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Silent Hill 2 – Il capolavoro di Team Silent

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“Nei miei sogni tormentati, vedo quella città: Silent Hill. Mi promettesti che un giorno mi ci avresti riportato… Ma non lo hai mai fatto”

Dopo aver parlato del sound designer Akira Yamaoka (QUI) e del primo storico capitolo per PlayStation (QUI), questo percorso di riscoperta su Silent Hill e Team Silent è giunto al suo punto cruciale: Silent Hill 2.

Il titolo dell’articolo non lascia spazio all’immaginazione: Silent Hill 2 è a tutte gli effetti il capolavoro di Team Silent. Chiaro poi che il titolo preferito di ogni appassionato possa essere un altro, tuttavia trattasi del capitolo che più di tutti ha reso gloriosa la serie, andando a confermare le abilità dei membri del team e a consolidare nell’immaginario collettivo quegli elementi che già si erano creati uno spazio nel cuore dei videogiocatori col primo capitolo.

Silent Hill 2 è riuscito però a dare il colpo definitivo per sfondare la barriera del mondo videoludico, entrando anche nell’immaginario collettivo generale; quello composto da persone che non sappiano neppure come sia fatto un videogioco. Non è infatti difficile trovare qualcuno che conosca elementi del gioco come Pyramid Head – diventato icona e simbolo del brand – senza aver mai toccato il titolo, né tantomeno senza citare le trasposizioni cinematografiche della serie.

Silent Hill 2

Ma facciamo un passo indietro…

Neanche il tempo di festeggiare il successo del capitolo di esordio che i membri di Team Silent si son dovuti mettere subito all’opera per creare il sequel. Il primo Silent Hill uscì in madrepatria giapponese il 4 marzo del 1999; i lavori per Silent Hill 2 partirono nel giugno dello stesso anno e questa volta il gioco sarebbe dovuto uscire sulla nuova macchina di Sony, PlayStation 2. Il gioco venne rilasciato a settembre 2001 in Giappone ed America e a novembre dello stesso anno in Europa; fu un successo strepitoso, riuscendo in un solo mese dall’uscita a toccare il milione di copie. Nei mesi successivi furono pubblicate anche le versioni Xbox e PC che non fecero altro che aumentare il bacino di utenza legato al titolo, creando ancor più appassionati.

Silent Hill 2

Entrando nel vivo. però… cosa racconta  Silent Hill 2?

Il titolo potrebbe far presagire che sia il seguito del precedente capitolo; invece non si tratta di questo. Silent Hill 2 è infatti un episodio a sé stante che non condivide nulla con il predecessore se non il titolo in copertina e l’omonima città.

In Silent Hill 2 il protagonista è James Sunderland, un uomo che si trova in viaggio verso Silent Hill dopo aver ricevuto una lettera insolita dalla moglie Mary, morta 3 anni prima rispetto alle vicende di gioco. Nonostante i tantissimi dubbi legati a questa lettera, James decide di andare in fondo a questa storia, sperando di rivedere Mary; sperando che, forse, lei sia ancora viva a Silent Hill, nel loro “posto speciale” ad aspettarlo. Spera di scoprire che la morte della moglie sia stato solo un incubo e non qualcosa di realmente accaduto.

Con un’estrema confusione a fare da padrona nella testa di James, inizieremo la nostra camminata, anzi, la nostra discesa (tematica FONDAMENTALE del titolo) dalla stazione di servizio alla città di Silent Hill.

Durante il tragitto faremo la conoscenza di Angela Orosco – uno dei vari personaggi che saranno presenti all’interno della discesa di James – la quale ci indicherà la strada verso Silent Hill dicendoci inoltre che pure lei sta andando lì per rivedere sua mamma, o meglio, sua madre (wink wink per chi ha giocato), tuttavia il dialogo tra i due sembra estremamente onirico e con pochissimo senso di fondo; queste saranno due caratteristiche costantemente ricorrenti nel corso dell’avventura, specie la sfumatura onirica.

Arrivato a Silent Hill, James segue delle tracce di sangue che trova sulla strada. Nel farlo si imbatte in quella che a lui sembra la sagoma di una persona; sperando sia Mary, la segue, ma ovviamente non si tratta di sua moglie, bensì di una Lying Creature, uno dei vari mostri che incontreremo sul nostro cammino. Armato di un bastone raccattato a terra, l’uomo non ci pensa due volte a farla fuori.

Uccisa la creatura, il protagonista avverte uno strano suono di interferenze ed infatti a terra trova una radio che, proprio come nel primo Silent Hill, ci indicherà l’avvicinarsi di un nemico, ma non solo: dalla radio si sente infatti la voce di Mary; purtroppo il dialogo è fin troppo distorto per decifrarlo al meglio, ma questo non fa altro che spronare ulteriormente James alla ricerca della verità su cosa stia accadendo.

In Silent Hill 2 ritroviamo la stessa formula di gameplay già vista nel primo capitolo, affronteremo i nuovi orrori partoriti da Masahiro Ito (il direttore artistico della serie) che ci “delizia” con alcune delle creature più iconiche dell’immaginario orrorifico in generale, come ad esempio il “Mannequin”, un essere composto da due paia di gambe di donna, uno dei quali è al posto della testa; la famosissima “Bubble Head Nurse”, un’infermiera senza volto, con un fisico particolarmente avvenente ed armata di un’asta di ferro; l’”Abstract Daddy”, un mostro che sembra essere composto da due figure intrecciate e confinate in un rapporto sessuale; ed infine – ma non meno importante – “Red Pyramid Thing” anche meglio conosciuto come “Pyramid Head”, un essere dalle sembianze umanoidi armato di un enorme coltello o di una lancia e con una sorta di “elmo” rosso a forma di piramide.

Per combattere questi orrori avremo dalla nostra parte sia armi da mischia che da fuoco, tuttavia – proprio come Harry in Silent HillJames non ha nessun tipo di addestramento che gli permetta di sfruttare al meglio tali armi. Questo porterà a rendere i suoi movimenti particolarmente legnosi (legnosità che purtroppo la produzione si porta dietro sul lato tecnico) e non solo; aumenterà anche la nostra tensione nell’affrontare i nemici che troveremo sul nostro cammino e per accrescere ulteriormente questa sensazione, Akira Yamaoka (che in Silent Hill 2 sfoggia il meglio di sé, fornendoci quella che forse è la miglior colonna sonora di tutta la serie e che, di sicuro, è la mia colonna sonora preferita di tutte le produzioni videoludiche alle quali ho giocato) inserisce suoni sempre più metallici, disturbanti e concitati in queste sezioni con l’intento di volerci far immedesimare al meglio in James, facendo sì che la musica ci proietti nella sua interiorità.

Ad accompagnare le sezioni di combattimento tornano anche gli enigmi, in questo capitolo un po’ più semplici rispetto il precedente (seppur non banali).

La componente esplorativa è invece migliorata rispetto a Silent Hill. Sì, anche nel capitolo del 1999 si potevano perdere chicche, anzi, intere parti di gioco se non si esplorava a dovere (portando anche all’ottenimento del bad ending), tuttavia in Silent Hill 2 i dettagli che si rischiano di perdere – nonostante influiscano relativamente sull’ottenimento di un finale piuttosto che un altro – sono ancor più impattanti poiché ti parlano tantissimo di James, creano un world building davvero molto interessante riguardo Silent Hill (tant’è che un articolo di giornale che troveremo nella prima vera area di gioco sarà il LA per tutto Silent Hill 4) e sono talmente suggestivi da lasciar interdetti tutt’oggi – a distanza di 21 anni dalla sua uscita – videogiocatori da tutto il mondo che cercano risposte a messaggi enigmatici quali: “There was a HOLE here, it is gone now.”

Facendo una breve parentesi riguardo la questione finali, Silent Hill 2 ne presenta ben sei (6) ma non mi soffermerò su quello che ognuno narra e rappresenta, bensì sul modo in cui il gioco ti dirotta verso uno specifico finale piuttosto che un altro. Ogni nostra azione come ascoltare determinati dialoghi, curarci in un momento piuttosto che in un altro, interagire un certo numero di volte con personaggi od oggetti farà sì che il gioco cambi continuamente il nostro finale fino al momento fatidico dei titoli di coda… A proposito, giusto per incuriosirvi un po’, il mio finale preferito si chiama “In Water” e si ottiene evitando di curarsi il più possibile ed analizzando per molto tempo oggetti legati a sangue, al suicidio ed alla morte, ma mi fermo qui.

Ho esordito dicendo che Silent Hill 2 sia un capolavoro e che oggettivamente sia quello di Team Silent, ma perché dico questo? Cosa rende quest’opera tale?

Ciò che fa di Silent Hill 2 un capolavoro sono le sfumature.

Sono quelle storie, quei sentimenti, quelle caratterizzazioni estrapolate dai dialoghi permeati di onirico dei personaggi che riescono ad affascinare e a toccare corde davvero profonde e nascoste in noi.

James vuole capire cosa stia accadendo. Lui sa che sua moglie Mary è morta 3 anni fa; lo sa perché è stato lui stesso ad ucciderla, non riuscendo più a vederla peggiorare giorno dopo giorno nel letto della clinica; non riuscendo più lui stesso a vivere tranquillamente, sentendosi incatenato. La città di Silent Hill lo richiama a sé proprio per questo, per farlo discendere nel suo inferno interiore; per far sì che lui si renda consapevole di ciò che ha fatto e che da questa consapevolezza possa trarne qualcosa, che sia una rinascita atta ad andare avanti od una fine totale dettata dall’incapacità di convivere con i propri demoni interiori.

Come detto in precedenza, la discesa è un tema centrale all’interno di Silent Hill 2. Anche fisicamente andremo infatti sempre più in basso, dalla stazione di servizio a Silent Hill con i vari luoghi (I Wood side apartments, l’Heaven’s Night, il Brookhaven Hospital, il Rosewater Park e la Silent Hill Historical Society) alla prigione Toluca dove letteralmente dovremo calarci giù attraverso buchi stretti e talmente bui e profondi da non aver modo di assicurarci se effettivamente ci sia un fondo, fino ad arrivare alla nostra meta, il Lakeview Hotel, dove, pur essendo risaliti, discenderemo ancor di più nelle tenebre dell’animo di James e non soltanto ciò che scopriremo ci farà discendere, anche l’ambiente diventerà fatiscente, cupo, la colonna sonora (Black Fairy) diventerà una nenia a dir poco fastidiosa e rappresentazione perfetta in chiave musicale dei tormenti del protagonista con questo suono misto tra lamento, ronzio ed interferenza che non accenna a diminuire.

Lo stesso Pyramid Head seguirà James nel suo percorso di accettazione della realtà. Egli è infatti una sorta di messaggero atto a far sì che l’uomo arrivi in fondo a questa storia, e solo una volta accertatosi della sua presa di coscienza deciderà di mettere fine al suo ruolo.

Ma non solo James, anche gli altri personaggi del titolo contribuiscono a renderlo un capolavoro

Eddie è un ragazzo obeso e per questo è stato sempre vittima degli altri, costantemente deriso fino a che la sua rabbia repressa non venne espressa con atti violenti quali l’uccisione di un cane e lo sparare alla gamba di un giocatore di football rendendolo zoppo.

Anche lui, come James, è stato chiamato da Silent Hill, tuttavia non ha intenzione né di redimersi né di imparare qualcosa da quello che ha vissuto e fatto.

Troviamo poi Laura, una bambina orfana che si trova a Silent Hill non perché sia stata richiamata dalla città; lei infatti è pura e non vede nemmeno le creature che infestano il luogo, semplicemente viveva già lì in precedenza.

Laura era amica di Mary ed infatti sarà proprio lei a fornire a James alcune informazioni riguardo la donna.

È un personaggio importante all’interno della storia e si lega anche ad uno dei finali.

Troviamo poi il mio personaggio preferito di Silent Hill 2: Angela Orosco.

Angela è una ragazza di 19 anni diretta a Silent Hill per cercare la madre, in realtà anche lei è stata chiamata dalla città e l’evento che ha scaturito questo richiamo è stato l’omicidio del padre alcolizzato, violento e che sin dalla tenera età ne ha abusato sessualmente.

Angela è infatti estremamente diffidente nei confronti degli altri, tant’è che quando James si avvicina troppo subito si allarma e non si fa problemi ad armarsi di coltello per allontanarlo, seppur la cosa non sia fatta con freddezza ma anzi in preda al panico più totale.

La ragazza pensa di non essere meritevole di affetto e che chiunque si mostri disponibile e gentile nei suoi confronti in realtà finga ed abbia un secondo fine; ne è profondamente convinta non solo per i traumi dovuti dagli abusi e la violenza del padre, ma anche per la madre che le ripeteva sempre che si era meritata tutto ciò che le è stato fatto: “Grazie per avermi salvata. Ma…speravo non lo facessi. Anche mamma l’ha detto… mi sono meritata quello che è accaduto.”

Tutto quello che ha trascorso l’ha portata ad avere costanti pensieri suicidi, infatti anche negli incontri che avremo con lei capiterà di vederla non solo in atteggiamenti indirizzati al suicidio, ma anche quando farà la sua scelta definitiva.

Tra l’altro, l’ “Abstract Daddy” è una creatura estremamente legata ad Angela, come già detto sembra rappresentare delle persone confinate in un rapporto sessuale. Non è inoltre un caso che la prima volta che lo affronteremo ci ritroveremo in una stanza con Angela rannicchiata in un angolino e tutt’intorno pistoni che entrano ed escono dai muri simili all’interno di un utero; sarà poi la ragazza stessa a dargli il colpo di grazia.

Tuttavia c’è una curiosità interessante legata proprio all’”Abstract Daddy”: Masahiro Ito ha dichiarato infatti che quello che noi vediamo probabilmente non è l’”Abstract Daddy” che vede Angela, questo perché le creature in Silent Hill 2 si plasmano sull’indole e sui tormenti del singolo e noi impersoniamo James, non lei.

E proprio questa curiosità mi dà la nota giusta per parlare dell’ultimo attore di questa storia: Maria.

Maria è un personaggio fondamentale all’interno del racconto di Silent Hill 2. Fisicamente è identica a Mary, tuttavia però si atteggia in maniera decisamente più estroversa e sensuale.

Non si sa di preciso cosa sia Maria, se una sorta di “reincarnazione” di Mary od un fantasma della stessa; il contenuto aggiuntivo “Born From a Wish” (presente nelle versioni Director’s Cut, Inner Fears e nell’HD Collection [e io dovrei giocarlo, dannazione – NdR Isma]) però ci fornisce un’ulteriore chiave di lettura, ovvero quella per la quale Maria sia in realtà un fantasma generato da Silent Hill attraverso la disperazione di James.

La donna infatti rappresenta in gran parte ciò di cui il protagonista sente la mancanza: ha le sembianze di Mary, è più avvenente rispetto al ricordo che James ha di lei provata e consumata dalla malattia e fa provare all’uomo quelle emozioni e sensazioni che da tempo non sentiva più, per la maggiore legate all’ambito sessuale che, penso si sia capito, è un altro tema principale dell’opera.

Il carattere di Maria è estremamente altalenante; passa dall’essere seducente, conscia della sua carica erotica, ad un temperamento più mite (a volte cupo, a volte tenero). Rimane spesso vicino a James perché spaventata (tant’è che avremo delle fasi di gioco assieme a lei), tuttavia non sono rare le volte in cui deride l’uomo e si fa beffa di lui.

Maria è un personaggio chiave in quanto non solo rappresenta ciò di cui James sente la mancanza, ma anche in qualità di co-protagonista di eventi fondamentali all’interno del percorso verso la consapevolizzazione dell’uomo.

Il sopracitato contenuto aggiuntivo “Born From a Wish”, ambientato un po’ di tempo prima degli eventi della storia principale (che per curiosità si chiama “Letter From Silent Heaven”) ci fornisce ulteriori dettagli sul personaggio di Maria, facendoci giocare nei suoi panni e mostrandoci come neanche lei sappia cosa sia e per questo tarlo ha sviluppato tendenze suicide (tant’è che l’unico oggetto che avremo nell’inventario all’inizio sarà un revolver con un unico proiettile).

Questo episodio è molto breve, ma non per questo meno interessante. Ci mostra una storia auto-conclusiva dove Maria deciderà di aiutare il proprietario di Villa Baldwin a trovare un liquido bianco che l’uomo sostiene possa riportare in vita sua figlia morta. La donna non è convinta, ma come ricompensa per l’aiuto riceverà delle informazioni riguardo James e da qui sbloccherà alcuni ricordi (di Mary) legati a lui e deciderà di incontrarlo con l’intento di farlo innamorare di lei per quello che è e non per ciò che gli ricorda.

Maria è inoltre protagonista di uno dei finali intitolato, per l’appunto, “Maria”.

Silent Hill 2 è un capolavoro, una pietra miliare del mondo videoludico, una di quelle esperienze che tutti i videogiocatori dovrebbero provare almeno una volta nella vita.

La storia raccontata, le tematiche affrontate e la delicatezza con la quale sono trattate è davvero eccezionale.

Se a questi elementi poi si aggiungono dei personaggi ben scritti, un immaginario estremamente affascinante e “sublime” per quanto orrorifico, una colonna sonora immortale ed oltremodo immersiva, si ottiene uno dei quadri più belli di sempre. Nessun altro titolo della serie riuscirà ad eguagliare la bellezza e la profondità di Silent Hill 2.

Poi sì, anche l’opera ha i suoi difetti; come detto nella sezione riguardo il gameplay il gioco è particolarmente legnoso, decisamente meno fluido rispetto al predecessore; ciononostante, tutto quello che c’è intorno è davvero ben fatto e curato che questa legnosità viene a pesare decisamente meno rispetto a quanto normalmente farebbe.

Ci sarebbero tantissimi approfondimenti da fare, ma come sempre, lascio a voi il piacere di scoprire chicche come il simbolismo dietro OGNI nemico del gioco, le armi ed i finali che si possono sbloccare dalla seconda partita in poi e yada yada yada…

Recuperate Silent Hill 2, non ve ne pentirete.

QUI lascio il link ad un’altra playlist Spotify (diversa da quella dell’articolo su Yamaoka) con una (difficilissima) selezione di sei (6) brani estrapolati dal gioco e che permettono di darvi un assaggio delle sensazioni e del fascino che potreste provare discendendo nelle profondità di Silent Hill 2.

Ero debole. Ecco perché avevo bisogno di te… avevo bisogno di qualcuno che mi punisse per i miei peccati… ma adesso è tutto finito… so la verità. Ora è il momento di farla finita.”

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Matteo Benelli

Tutto iniziò con un Game Boy Advance SP...nulla fu più come prima! Ludo Ergo Sum.