ArticoliIn Evidenza

Akira Yamaoka – La sonorità dell’anima

Condividi la tua esperienza, grazie

5
(1)

Il comparto sonoro è una delle componenti più importanti all’interno di un videogioco: che si tratti del rumore dei passi, una spada sguainata, un colpo librato al vento, l’acqua che scorre in un ruscello o una vera e propria soundtrack (conosciute anche con l’acronimo di “OST” – Original SoundTrack), il suono permette di immergerci al meglio nei mondi del medium che tanto amiamo. È grazie ad esso, infatti, che gran parte dei nostri ricordi viene impressa nella nostra mente e nel nostro cuore.

Già dal mio articolo di #ricordivideoludici su Metal Gear Rising: Revengeance (che QUI potete recuperare) ho sottolineato quanto per me sia importante la componente sonora all’interno di un videogioco; talvolta lo è a tal punto da riuscire a passare sopra ad un gameplay ripetitivo o ad un level design non particolarmente brillante – con le dovute eccezioni, si intende.

Nel panorama videoludico abbiamo un’enorme quantità di compositori eccelsi, giusto per citarne alcuni troviamo:

  • Nobuo Uematsu, storico compositore per la serie di Final Fantasy;
  • Koji Kondo, compositore per Super Mario e The Legend of Zelda;
  • Go Ichinose e Junichi Masuda compositori della colonna sonora della maggior parte dei titoli Pokémon (e Masuda pure director di gran parte di essi);
  • Hideaki Utsumi che ha composto la colonna sonora dei primi due Resident Evil e del primo Devil May Cry.
  • [Come hai fatto però a non citare Yasunori Mitsuda, Yuzo Koshiro o Chris Hülsbeck? Degradato! – NdR Isma].

In questo articolo voglio però parlarvi del mio preferito: Akira Yamaoka, compositore e sound designer di una delle serie che più porto nel cuore: Silent Hill.

Akira Yamaoka

Akira Yamaoka, prima di diventare un musicista, si formò come CG designer. Tuttavia, un giorno – mentre stava lavorando – trovò nel suo PC un software che gli consentiva di mettere in sequenza suoni strumentali; si divertì a comporre qualche pezzo e da qui nacque la scintilla. A questa scoperta unì infatti la sua profonda passione per i videogiochi e decise di voler creare soundtrack di sottofondo per il mondo che tanto amava, pur volendo in seguito tornare sui suoi passi da designer.

Nel 1991 si unì a Konami e cinque anni dopo, nel 1996, a seguito dell’abbandono dell’originale compositore scelto per il sound design, iniziò i lavori assieme agli altri membri di Team Silent per il titolo che avrebbe dovuto rivaleggiare con l’acclamatissimo Resident Evil: Silent Hill.

Akira Yamaoka non ha un’effettiva conoscenza strumentale; lui stesso ha dichiarato in varie interviste di essere autodidatta, di non saper leggere uno spartito e di aver provato a prendere lezioni di piano (che trovava troppo noiose).

Nel comporre, l’artista sintetizza direttamente i suoni dei suoi strumenti per poi lavorarci al computer legandoli ad altri, distorcendoli od aggiungendoci i suoi amati suoni industrial. Ingranaggi che stridono, ferro che viene colpito, rumori graffianti, sgraziati ed inquietanti sono all’ordine del giorno nelle sue composizioni, specie nel primissimo Silent Hill per la prima PlayStation.

Un’altra caratteristica singolare di Yamaoka è quella di comporre musica senza voler sapere cosa accadrà in quel determinato momento; gli bastano solo ispirazione ed il concept di base per dare sfogo al suo estro e centrare – ogni volta – con precisione millimetrica il punto.

Il ruolo che ricoprì il giovane compositore fu quello di sound designer, ed infatti oltre all’OST di Silent Hill si occupò anche dei rumori ambientali quali i passi del protagonista, l’ottenimento di un oggetto, l’impatto delle armi sui nemici, i versi di questi ultimi e le distorsioni della canonica radio.

È famoso l’aneddoto in cui, durante un incontro tra colleghi, Yamaoka fece ascoltare i suoi lavori sulla colonna sonora e tutti rimasero allibiti, sia per l’originalità dei pezzi ma soprattutto dalle distorsioni presenti all’interno di queste composizioni, a tal punto da domandargli se non ci fossero stati problemi con il software che stava utilizzando, alché lui rispose:

Non c’è nessun problema nel software. Questo è il suono di Silent Hill!

Akira Yamaoka

Nelle varie iterazioni della saga, Akira Yamaoka ha proposto vari generi musicali tra: industrial, ambient e dark ambient, metal, rock e trip-hop; da Silent Hill 3 iniziò inoltre a comporre brani cantati, affiancato dalle voci di Jon Romersa e l’incredibile Mary Elizabeth McGlynn, con la quale stringerà un forte legame e sarà sua compagna in numerosi concerti, regalandoci l’ascolto live di brani come “I Want Love” e “Hell Frozen Rain”.

Parlando invece delle ispirazioni di Yamaoka, troviamo tra i suoi mentori Angelo Badalamenti, compositore della colonna sonora di Twin Peaks ed alcuni gruppi musicali tra i quali: Metallica, Depeche Mode e Portishead; in particolare lo stile di questi ultimi si lega fortemente al primo capitolo di Silent Hill.

L’intento di Yamaoka era quello di creare una colonna sonora che non si era mai sentita prima, qualcosa di unico e che non fosse “preimpostato” da dei canoni da seguire. Non voleva fare la “musica da combattimento” o la “musica da ambiente”; voleva stupire il giocatore con sonorità fuori dagli schemi ed in grado di comunicare qualcosa, di rimanere impresse nella mente e nel cuore.

Per raggiungere il suo obiettivo di far sì che la propria colonna sonora rimanesse impressa, Yamaoka utilizzò suoni inusuali come i già citati suoni industrial, ma anche altri effetti come quello del battito cardiaco (come nella OST di Silent Hill 3Memories of  The Waters) e soprattutto il silenzio.

Il silenzio è fondamentale in Silent Hill: trasmette paura, solitudine, inquietudine, ma allo stesso tempo, abituandoti a camminare tra le vie e i luoghi della città, lo si potrebbe iniziare a trovare quasi confortevole, come se ti cullasse e proteggesse dai mostri che infestano questo mondo terrificante, che infatti sono agli antipodi di questi silenzi essendo sempre anticipati dalle forti distorsioni delle frequenze radio ed entrando in scena con i loro versi brutali.

Per Yamaoka il silenzio è estremamente importante. Secondo lui, infatti, se a seguito di un pezzo musicato vi è un silenzio totale, il pezzo rimarrà impresso e non verrà dimenticato dall’ascoltatore e non posso dargli torto.

Ricordo a menadito i brani dei vari titoli della saga, l’immersione in questo mood cupo, inquieto, ma mai direzionato verso lo spavento vero e proprio; si riesce ad effettuare anche distaccandosi totalmente dal contesto del mondo di gioco.

La musica di Akira Yamaoka è introspettiva. Sì, genera inquietudine. Sì, talvolta è assordante e ridondante a tal punto da portare fuori di testa (come Black Fairy di Silent Hill 2), ma se ti lasci trasportare da essa inizierai a chiederti il motivo per cui tali brani riescano a farti provare così tante sensazioni e sentimenti diversi, ed inizierai a scavare sempre più in te stesso. Per l’appunto è musica introspettiva.

Tra l’altro c’è una curiosità che si lega all’introspezione dei brani di Silent Hill: per le fasi di combattimento, Yamaoka non optò mai per una colonna sonora epica e memorabile, bensì voleva trasmettere quello che il protagonista di turno provava di fronte agli orrori con i quali si interfacciava ed infatti troviamo sempre musiche distorte, graffianti e con del silenzio assordante ad intervallarle.

I protagonisti di Silent Hill sono uomini e donne comuni, non sono eroi che devono salvare il regno di turno, né tantomeno personaggi stereotipici che riescono a compiere l’impossibile più impossibile anche qualora la loro condizione non glielo permetterebbe. Sono persone terrorizzate da quello che stanno vivendo e si chiedono il perché stia accadendo. Sono personaggi che si fanno domande e si struggono non riuscendo a trovare risposte e vie di fuga dall’incubo che li circonda.

Akira Yamaoka

In conclusione, Akira Yamaoka è – come detto all’inizio di questo articolo – il mio compositore videoludico preferito. Il suo sound design è unico così come le colonne sonore che ha creato, non solo per il coinvolgimento che è in grado di creare con gli avvenimenti di gioco, ma anche per la miriade di sensazioni e sentimenti diversi (talvolta contrastanti) che riesce a farti sperimentare. È musica che colpisce direttamente la nostra anima; tocca quelle corde più nascoste e profonde che spesso tendiamo a nascondere o a non accettare. Come definita in precedenza è: introspettiva.

Per chiudere al meglio questo excursus su Akira Yamaoka, vi consiglio di ascoltare alcune delle sue composizioni. Cliccando QUI, sarete reindirizzati ad una playlist Spotify con una selezione di 40 brani scelti tra i vari capitoli di Silent Hill. Purtroppo non sono presenti brani del titolo PS1 (il quale ne presenta però di davvero belli); di seguito troverete quindi il nome delle tracce e cliccandovici sarete rimandati alla relativa pagina Youtube. Tra queste è presente inoltre la mia preferita in assoluto (tra quelle della saga): Claw Finger, la soundtrack della chiesa Balkan… ma non mi dilungo oltre. A voi l’ascolto!

Facebook Comments

Quanto ti piace questo Articolo?

Fai clic su una coppa per votarla!

Voto medio 5 / 5. Conteggio voti: 1

Nessun voto finora! Sii il primo a votare questo post.

As you found this post useful...

Follow us on social media!


Condividi la tua esperienza, grazie

Matteo Benelli

Tutto iniziò con un Game Boy Advance SP...nulla fu più come prima! Ludo Ergo Sum.