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Goldrake: Il Banchetto Dei Lupi – Recensione

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Sul finire degli anni ’70 arrivò sulle emittenti italiane UFO Robot Grendizer, conosciuto anche come Goldrake e noto nel nostro Paese come Atlas UFO Robot, un anime a tema robot basato sulle opere del famosissimo mangaka Go Nagai, il quale segnò le generazioni dei giovani negli anni a venire e che ancora oggi conta numerosi fan dediti ed appassionati che lo considerano il robottone più amato di sempre.

Goldrake fu un successo strepitoso anche grazie alla sua incredibile colonna sonora che vendette milioni di copie e che ancora oggi conta altrettanti milioni di stream su Spotify. Proprio per questi motivi quando Microids annunciò di avere in sviluppo UFO Robot Goldrake: Il Banchetto Dei Lupi, tra i giocatori “diversamente giovani” di vecchia data (me per primo) ci fu subito molta eccitazione, ma allo stesso tempo anche un po’ di paura, soprattutto per il timore di ritrovarsi un prodotto molto poco fedele all’originale.

Goldrake

Dopo un piccolo prologo che farà da tutorial dei comandi e ci permetterà di capire dove tutto abbia inizio, Duke Fleed, principe del pianeta Euphor, si ritroverà costretto a nascondersi sulla Terra sotto il nome di Actarus Proctor, il cui cognome è dovuto al padre adottivo, il professor Proctor, direttore di un centro di ricerche spaziali. Minacciato dall’Impero di Vega e dal suo comandante Hydargos, sarà compito nostro e di Goldrake difendere la nostra nuova casa. Gli amanti del robot giapponese si ritroveranno quindi una storia già nota, visto che è rimasta totalmente  fedele all’originale [italiano, visto che il materiale giapponese è comunque diverso NdR – Isma], mentre tutti quelli che si avvicinano per la prima volta alla saga, avranno tra le mani una storia molto avvincente.

Actarus farà di tutto per respingere gli attacchi delle forze di Vega, contando anche sull’aiuto di Alcor, abile pilota di un disco volante chiamato TFO. Ritroviamo anche gli altri personaggi del manga, come gli assistenti di Proctor e i figli di Rigel, Mizar e Venusia, residenti nel ranch White Birch. Tutti i dialoghi scritti ed anche il doppiaggio dei personaggi è interamente e magistralmente riprodotto in italiano, anche grazie alle performance di doppiatori professionisti che sono riusciti a ricreare e a farci rivivere quell’atmosfera magica di quarant’anni fa.

Pure il design dei personaggi durante i dialoghi è fedele all’opera originale, ma la parte veramente emozionante è la colonna sonora dove il tema principale è stato ricreato e riadattato in maniera eccezionale. Oltre a questo si aggiungono persino gli effetti sonori che accompagnano il tutto, ad esempio i brevi filmati della preparazione al combattimento di Actarus e Goldrake che ancora una volta riporteranno alla mente bei ricordi ai “non più giovani”.

Goldrake

Per quanto riguarda il gameplay, per la maggior parte del tempo useremo Goldrake durante le fasi di esplorazione in aree aperte, dove si dovranno completare diverse missioni massacrando i mostri di Vega. Avremo inizialmente a disposizione una buona quantità di attacchi tipici di Goldrake, ed altri che verranno aggiunti all’arsenale una volta raccolte le risorse necessarie e potenziando il nostro robot al quartier generale.

Goldrake può lanciare boomerang, sferrare pugni e afferrare i nemici in aria prima di sbatterli a terra, eseguire fendenti corpo a corpo e bloccarli con il raggio antigravità. Eh sì, tutte queste manovre sono accompagnate da Actarus che urla il nome dell’attacco ad alta voce, nel tipico stile del vecchio cartone animato. Gli scontri risultano essere abbastanza ritmati e divertenti, contando ancora una volta sulla musica che, grazie alla sua qualità, li rende davvero piacevoli. Tuttavia, questo piacere si trasforma gradualmente in una routine condotta quasi con il pilota automatico. Per cercare di contrastare questo problema, andando avanti nella storia i nemici diventano un po’ più complicati ed un sistema di barriere richiede di utilizzare particolari tipi di attacchi contro determinati avversari per abbatterli, ma nonostante ciò è impossibile sottrarsi a quel senso di ripetitività.

Passando ad una nota più positiva, è evidente che è stato fatto uno sforzo per far sentire Goldrake un titano. Lo schermo trema quando corrono, grandi distanze possono essere coperte senza sforzo e ci sono molti riferimenti alle dimensioni all’interno degli ambienti, come grattacieli, ruote panoramiche e stadi sportivi su cui Goldrake torreggia.

Fortunatamente gli sviluppatori hanno avuto la buona idea di variare le sequenze di gioco: a seconda della situazione, ci troveremo ai comandi del TFO in compagnia di Alcor per delle sessioni tipiche di shoot’em up. Lo stesso vale per le sequenze a bordo del disco volante di Goldrake, lo Spacer, dove sfrecceremo tra percorsi a binari distruggendo nemici ed evitando di essere abbattuti. Purtroppo anche queste fasi forniscono il minimo indispensabile dal punto di vista del gameplay e regalano combattimenti tutt’altro che entusiasmanti. Tranne forse rimarcare quell’effetto nostalgia nel sentire Actarus gridare “Missili Perforanti!” o “ Lame Rotanti”.

Goldrake

Dove UFO Robot Goldrake: Il Banchetto Dei Lupi fatica a brillare, e non poco, è il comparto tecnico. Il gioco soffre di molti problemi di frame rate, aliasing e collisioni. Parlando proprio di frame rate, risulta regolarmente instabile, avvicinandosi ai 10-15 fps in rare occasioni.

La volontà di coniugare uno stile cartoonesco con il rendering 3D è encomiabile solo che, unita ad una grafica datata, offre un risultato tutt’altro che all’altezza della situazione.

Molti bug aggiuntivi e altre mancanze di rifinitura vengono aggiunti al quadro, come essere bloccato due volte su uno schermo nero o subire un game over per essere “fuggito” da una missione perché un’altra si era attivata.

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CONCLUSIONI
Overall
7/10
7/10
  • GRAFICA - 6/10
    6/10
  • GAMEPLAY - 6/10
    6/10
  • AUDIO - 9/10
    9/10
  • LONGEVITÀ - 7/10
    7/10

CONCLUSIONI

UFO Robot Goldrake: Il Banchetto Dei Lupi è un gioco discreto che centra il bersaglio sull’effetto nostalgia, ma non impressiona sul lato del gameplay. La colonna sonora originale e il doppiaggio completamente in italiano con le iconiche frasi di Actarus faranno scendere la lacrimuccia e allo stesso tempo faranno venire la pelle d’oca a molti, ma questo effetto non basta a nascondere i problemi di un comparto tecnico non all’altezza. Se siete amanti della serie originale e siete pronti a sorvolare sui difetti del titolo, allora questo gioco fa per voi.


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Manuel Le Saux

Classe 1977, cittadino romano e giramondo. Videogiocatore da sempre.