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Mario + Rabbids: Sparks of Hope – Recensione

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Ubisoft Milan ci riporta all’interno dello stravagante crossover dedicato a Super Mario e ai Rabbids, con un seguito che brilla sotto ogni punto di vista

Che meraviglioso gioco che è Mario + Rabbids: Sparks of Hope, ragazzi; capace di spazzar via le lacune del precedente episodio in un colpo solo e spingersi oltre quelle che erano le mie più rosee aspettative. Un titolo che incarna alla perfezione la filosofia Nintendo; sincero nel suo modo di risplendere persino al cospetto dell’oscurità avvolgente della perfida Cursa.

Mario * Rabbids

In una pacifica giornata in cui Mario e i propri amici sono intenti a risolvere problemi di vita quotidiana, infatti, eccola invadere il Regno dei Funghi; troneggiante, sopra al castello della principessa Peach con quei suoi lunghi tentacoli. A metà tra una manta ed una piovra, risucchiando a sé tutto ciò che le capita a tiro; proiettandomi difatti all’interno di quello che sarà il primo tutorial di gioco (almeno per quanto concerne alcuni fondamentali, utili sui terreni di lotta).

Chi sia, o cosa voglia, resta però un mistero su cui i nostri amici di lunga data dovranno indagare, attraverso una trama che sulle prime pare solo un mero pretesto narrativo, salvo poi svelarsi poco a poco, sino a mostrarsi più stratificata di quanto inizialmente preventivato. Con quel misto d’ironia classico di cui è dotata la serie Rabbids, cutscene curate e inaspettati colpi di scena, ho vissuto un viaggio più maturo e consapevole dei propri mezzi; visitando mondi bizzarri ma corrotti dall’Oscutiferio, e conoscendo popoli e culture decisamente fuori dall’ordinario.

Mario + Rabbids

Ciò che dovete sapere comunque è che – per purificare questi ultimi da tale oscurità – sarà indispensabile recuperare dei cristalli, utili in quanto carburante necessario per proseguire il viaggio a bordo della propria navicella, guidata per l’occasione da un’intelligenza artificiale chiamata Jeanie (creata dal noto robottino Beep-0 [pronunciato Beep-oh], già conosciuto in Mario + Rabbids: Kingdom Battle) che fungerà da hub centrale. Tutto ciò dà vita ad un’esplorazione che, adesso, risulta decisamente più coesa e gratificante che in passato, con ampie mappe esplorabili liberamente e pregne di misteri da risolvere, attraverso pure sezioni di puzzle solving che faranno la gioia di molti.

Queste, oltre a vantare un pregevole e ramificato level desing – marcato dall’ancor più pregevole comparto artistico –, mostrano tutto il talento che Ubisoft Milan ha maturato nel corso di questi anni, introducendo a sé idee sempre fresche e genuine. Pur se ripetute sulla lunga distanza, infatti, le varie attività da svolgere come: sbloccare un passaggio segreto, dedicarsi alla pesca, raccogliere oggetti particolari o eliminare un determinato numero di nemici, risultano sempre in costante evoluzione e mai ridondanti.

Ciò avviene grazie alla sapiente introduzione di alcuni strumenti, che sapranno tornarvi utili al momento opportuno, tanto quanto il fatto che, ogni regno, vivrà – in seguito –, una vera e propria seconda giovinezza (dopo aver scacciato l’oscurità che lo affligge, per intenderci); aprendosi così a strade fino ad allora impercorribili.

Una miscela perfetta in cui si aggirano nemici di ogni specie, che sopra alla testa avranno icone apposite ad indicarne il loro livello e che basterà colpire in scivolata per dar vita ad uno scontro, finendo per essere proiettati (dopo una breve schermata di caricamento) in una dimensione parallela in cui darsi battaglia. Gli stessi potranno comunque essere evitati – qualora lo voleste –, aggirandoli o correndo via velocemente grazie ad un tasto dedito allo scatto (altra novità di questo Mario + Rabbids: Sparks of Hope), oggi finalmente utile e non più correlato all’inclinazione della levetta sinistra.

La sensazione che costella le mie lunghissime sezioni di gioco comunque, è la medesima che mi han dato produzioni come Zelda: Breath of the Wild, Super Mario Odyssey e Luigi’s Mansion 3; ed il ché è tutto un dire.

Poiché con ciò intendo quel non voler abbandonare la partita in corso – manco per il cazzo –, appiccicato come sto ad un passo dalla TV o dallo schermo di Nintendo Switch OLED; con la faccia all’interno di uno monitor che proietta cento miliardi di colori, simultaneamente, mentre te ne resti lì, che sbrodoli.

Ed è forse un tantino criptica e scurrile questa frase – lo ammetto –, ma per quel che vale, è cosi che descriverei ai posteri la fantomatica Nintendo Difference.

Un obiettivo – qualora lo fosse mai stato –, quello di Ubisoft Milan, ampiamente centrato; e che sia voluto o meno ha poca importanza. La cosa importante è aver recepito, ancor più che in passato, tutto l’amore che il team nutre nei confronti del noto idraulico, nonché per i videogiochi in generale. E quando lo avverti dalle piccole cose, in fondo, come in questo caso, non può che essere palese, suvvia.

Mario + Rabbids

Ci si poteva limitare a fare un semplice more of the same, qualcosa che rimescolasse un minimo le carte in tavola per darti comunque un prodotto in linea con il precedente, e invece no; in Mario + Rabbids: Sparks of Hope si evince tanto coraggio e voglia di osare.

A partire proprio dal nuovo modo di esplorare fino ad arrivare all’introduzione degli Sparks; piccoli esserini a forma di stella dotati di poteri unici (che ricordano gli Sfavillotti apparsi per la prima volta in Super Mario Galaxy). O meglio, sono proprio degli Sfavillotti ma – chiaramente –, vista la natura intrinseca di questa produzione, sono stati fusi con i Rabbids; e pertanto rinominati Sparks.

Pensate che il loro pasto preferito non differisce dalle Astroschegge e che, cibandosi di queste, possono persino migliorare i loro parametri e ne avrete chiara l’antifona.

Perché in ogni caso, i riferimenti all’universo di Mario, com’era logico attendersi, si sprecano; e non sarà raro imbattersi in situazioni analoghe. Tra Rabbids che assumono le sembianze di alcune icone Nintendo, armi che rimandano ad un immaginario noto e innumerevoli parodie presenti, ne ho viste di ogni.

D’altronde il bello sta sì nel riuscire a cogliere tutti i riferimenti presenti in Mario + Rabbids: Sparks of Hope, ma anche nello scoprire ciò che è stato creato da zero; con personaggi originali (e altre trovate) che non faticheranno a farsi apprezzare e facendosi, magari, ricordare pure nel tempo.

E così, appena sceso sul campo di battaglia, intento a schierare i miei ranghi (su quella che è a tutti gli effetti una vera e propria scacchiera), ho iniziato a saggiare l’ulteriore bontà di cui il gameplay è custode. Le fondamenta, sviluppate e radicate all’interno di Kingdom Battle sono rimaste fortunatamente invariate, ma introducono, ora, una serie di migliorie volte a snellire l’esperienza; elimando inutili tempi morti.

Mario + Rabbids

Torna così, prima di ogni scontro, la possibilità di scrutarsi attorno e pianificare la miglior strategia possibile grazie alla visuale tattica, la quale vedrà Beep-0 muoversi in avanscoperta sul quadrato di gioco in cerca di informazioni utili alla causa.

Potremmo dunque decidere quale componente del team schierare (magari potenziandolo prima, laddove ce ne fossimo dimenticati), associargli gli Spark adatti analizzando il contesto nemico (fino ad un massimo di due), darsela a gambe laddove possibile (ovvero quando le nostre nemesi presentano livelli pari o inferiori al nostro), curare il party spendendo monete e così via.

Prepararsi in maniera adeguata prima di ogni scontro sarà quindi cosa buona e giusta, anche se vi ritroverete ad affrontare l’avventura alla difficoltà più bassa tra le tre disponibili (rilassato, normale ed esigente). Se distratti, qualche grattacapo giungerà in maniera infame dinnanzi a voi, a qualsiasi difficoltà; credetemi.

Pertanto ponderate gente, ponderate.

E prendetevi il vostro tempo, mi raccomando; dato che Mario + Rabbids: Sparks of Hope, essendo un gioco a turni, vi consentirà di farlo. Non siate precipitosi, insomma; piuttosto, assaporatelo.

Mario + Rabbids

Detto ciò, la prima vera, novità, che balzerà subito all’occhio, è rappresentata dal sistema di movimento: ora del tutto libero e non più affidato a Beep-0, seppur circoscritto a quella data area in cui ogni personaggio agisce.

Appiattirsi contro una parete per proteggersi da eventuali colpi nemici o saltare da una parte all’altra dello scenario sarà dunque più semplice e intuitivo che in passato. Mischiando sapientemente il dinamismo delle azioni in tempo reale con la staticità dei combattimenti a turni si è così raggiunto un risultato invidiabile.

Ogni membro del party, poi (tra i tre che si potranno schierare e switchare a piacimento), vanterà approcci unici e un contatore che si svuoterà dopo l’utilizzo della tecnica speciale, dell’attacco o delle abilità dello Spark equipaggiato; eccezion fatta per i salti e le scivolate, dotati invece di altri due contatori appositi.

Le altre novità introdotte in Mario + Rabbids: Sparks of Hope riguardano principalmente gli stessi campi di battaglia che, in svariate occasioni, appaiono in costante mutamento: tra piattaforme mobili, oggetti da scagliare contro i malcapitati e traguardi da raggiungere, regalano sempre momenti di pura esaltazione e adrenalina (cosa che s’intensifica con l’avanzare dell’avventura).

I suddetti, costringono difatti il giocatore a ragionare in maniera diversa, più e più volte, all’interno della stessa partita; nella ricerca estenuante della migliore tattica da attuare.

Restano comunque gli Sparks (come accennavo poc’anzi) il vero fiore all’occhiello, nonché la novità più importante introdotta da questa nuova produzione targata Ubisoft Milan; c’è poco da girarci intorno. Grazie alle loro possenti abilità, elementali e non, saranno in grado di ribaltare le sorti di un incontro che pare aver intrapreso la via del baratro; e se ben sfruttati, vi  faranno riacciuffare le redini di un match, in men che non si dica.

Al termine di ogni turno, però, che si concluderà con l’esaurirsi delle azioni disponibili o prima del dovuto (qualora pigiaste il tasto Y), il pallino del gioco passerà in mano ai nemici; generalmente agguerriti e dotati di un’ottima intelligenza artificiale, e che di certo non vi renderanno la vita una passeggiata (per inciso, io ho giocato il titolo in modalità normale). Mai frustrante, fortunatamente, ma decisamente battagliera, e al cospetto di alcune boss fight la difficoltà potrà comunque essere ricalibrata in qualsiasi istante, tendendo così – anche ai meno pazienti – una mano nei momenti di stanca.

Accessibilità al servizio di tutti, insomma.

C’è da dire, inoltre, che le battaglie contro i boss risultano molto articolate e – probabilmente – saranno capaci di soddisfare persino i palati più raffinati; o per lo meno ne sono convinto, sempre basandomi su ciò che ho potuto saggiare con mano. Al termine di ogni scontro, comunque, si guadagneranno i soliti punti esperienza con cui potenziarsi a dovere; si otterranno monete con cui poter fare acquisti (o curare il party, come accennavo più su) e si riceverà quel succoso quantitativo di Astroschegge da donare agli affamatissimi Sparks.

Vi saranno poi alcuni – rari – casi in cui riceverete ben più di quanto appena detto; ma onde evitare di rovinarvi la sorpresa, preferisco non addentrarmi oltre. Sappiate solo che il gioco vi premia e lo fa in maniera costante ed equilibrata, senza mai nulla togliere e senza oltremodo dare.

In qualsiasi momento riguardante l’esplorazione o prima di addentrarsi all’interno di una serrata lotta, infatti, si potrà: accedere a un menu di gioco che permette di selezionare il proprio team (nonché il leader che guiderà la squadra); consultare le caratteristiche e potenziare le abilità di ogni singolo personaggio; sfamare e potenziare i propri Sfavillotti (chiamiamoli così, stavolta, perché mi piace assai); analizzare le attività presenti sulla mappa, nonché posizionare eventuali indicatori come punti d’interesse; apprendere più informazioni sul mondo di gioco dai collezionabili trovati in giro e molto, molto altro ancora.

E a proposito, mi stavo dimenticando del solito – avido – mercante di turno, che all’occorrenza farà la sua comparsa e sarà pronto a spennarvi, allo scopo di garantirvi un supporto maggiore in battaglia (attraverso alcuni cosumabili che potrete sfruttare contro gli scagnozzi di Cursa); o magari offrendovi materiale raro, ma solo in cambio di una valuta differente dal solito (che lascio a voi il piacere di scoprire quale sia). Alla fin fine è un mondo in cui prevale la tattica, e persino quando un losco individuo punta a fare la cresta sui nostri risparmi, dobbiamo ben ravvederci.

Ponderate gente, ponderate.

Mario + Rabbids

Non lasciatevi incantare troppo dalla bellezza audiovisiva di Mario + Rabbids: Sparks of Hope o resterete fregati, amici miei, poiché, con ogni probabilità, nell’ammirare i suoi panorami splendidi e i suoi colori sgargianti potreste perdere persino le vostre mutande, senza che ve ne accorgiate. Perché con tutto ‘sto ben di Dio a schermo, distrarsi è piuttosto facile e spontaneo; e lo è ancor di più se a ciò fanno da collante animazioni pressoché perfette.

Che sia sul monitor di Nintendo Switch OLED o sul mio pannello LG webOS TV OLED55B9PLA (pare una nuova versione di NieR:Automata), con HDR Plus attivo, ‘sta produzione è una meraviglia da qualsiasi lato la si guardi. Graffiata solo in parte da sporadici cali di frame e da alcuni, lievi, artefatti grafici, che si verificano nelle sezioni più intense, ma che non minano assolutamente la bontà del creato. In pratica, ciò si verifica quando vi è un’orgia di elementi a circondare i nostri eroi, vah; mettiamola così.

Mario + Rabbids

Magari qualche caricamento di troppo (o a volte un po’ lunghetto) potrebbe rendere infelici alcuni, ma pure qui: “si può tranquillamente soprassedere”. Non esiste, insomma, un reale motivo per non lasciarsi ammaliare in toto; al massimo manca qualche sporadica rifinitura che potrebbe essere apportata con una futura patch. Pertanto, di nuovo: occhio alle mutande.

Perché pure le musiche e gli effetti sonori, dal main theme al doppiaggio (ora presente in diverse occasioni), sanno il fatto loro; con alcuni accompagnamenti che – ad onor del vero – sono apparsi dannatamente magistrali.

Ad esempio mi è rimasta impressa questa sezione in cui ci si poteva muovere di soppiatto alle spalle del nemico e dove ogni singolo passo era accompagnato da una nota musicale; unito agli altri andava quindi a comporre un brano. Spiegarlo è difficile e non so se ho espresso bene il concetto, ma è qualcosa che avevo già udito nella serie di Sly Cooper e che qui ho riabbracciato con immenso calore.

Ad ogni modo resta tanta roba, sia per quanto appena maldestramente descritto, che per quanto udito lungo le mie trenta e passa ore di gioco.

L’aver accantonato qualsivoglia idea inerente al multiplayer, infatti (andando oltretutto controtendenza rispetto a qualcosa che era stata già proposta con il titolo passato), pare abbia evitato un inutile dispendio di energie; canalizzando il focus su una campagna che, se rushata, potrà intrattenervi per almeno venticinque ore. Ma siccome le cose da fare e da collezionare sono tante, le sub-quest premiano e gratificano costantemente e generalmente tutto ammalia, dubito sarete in grado di scendervi al di sotto.

Se lo fate, siete brutte persone; sapevatelo.

Fatto sta che per completarlo al cento per cento – almeno io –, che per come gioco paro un bradipo sul viale di una lenta estinzione, impiegherò, sicuramente, all’incirca un centinaio d’ore.

Ma che poi cosa me ne?

Hai voglia a gioire, Gennà.

Che se c’è una cosa per cui vai matto è il rannicchiarsi con una console portatile sotto le coperte, lo sai; specie mo’ che si è ad autunno inoltrato.

E sinceramente è troppo, troppo bello ‘sto Mario + Rabbids: Sparks of Hope che è impossibile resistergli; persino con alle calcagna un nuovo Bayonetta e God of War: Ragnarok.

Poiché, per quanto mi riguarda, qui, signore e signori, ci troviamo di fronte a ciò che in gergo viene definita: killer application.

Che arriverà sugli store digitali e nei negozi il 20 ottobre 2022.

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CONCLUSIONI
Overall
9/10
9/10
  • GRAFICA - 9/10
    9/10
  • GAMEPLAY - 9/10
    9/10
  • AUDIO - 9/10
    9/10
  • LONGEVITÀ - 9/10
    9/10

IN SINTESI

Mario + Rabbids: Sparks of Hope è il sequel perfetto di un gioco che nel 2017 mise d’accordo critica e pubblico, spesso agli antipodi; totalizzando vendite record. Più di un semplice more of the same, questo nuovo crossover tra Mario e gli irriverenti Rabbids setta nuovi standard produttivi; quantomeno tra gli sviluppatori italiani. Ad oggi è – che io ricordi –, con ogni probabilità, il titolo migliore mai creato su suolo nostrano, nonché un videogioco che mischia sapientemente esplorazione e strategia. Un must have per ogni possessore di Nintendo Switch. Una killer application per coloro i quali non posseggono ancora la console della casa di Kyoto. Non gli manca nulla al titolo creato da Ubisoft Milan; forse giusto una leggera levigata, ma è comunque roba di poco conto. Longevo, appagante, visivamente eccelso e ludicamente divertente, vi porterà via con sé senza che ve ne accorgiate. E mentre le ore passano, non vi curerete minimamente di ciò che vi circonda. Qui è Cursa la vera minaccia; e finché non avrete la meglio sull’Oscutiferio, non vorrete parlare d’altro. Questo è quanto.


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Gennaro Schiavelli

“Non vuoi niente. Non credi in niente. Il futuro è il tempo che ti rimane prima di finire un videogioco. Non credi nella vita dopo la morte e hai poca fiducia nella vita in generale. L’unica cosa che sai per certo è che non vuoi le stesse cose dei tuoi genitori.”