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F.I.S.T.: Forged In Shadow Torch – Recensione

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A più di un anno di distanza dalla release digitale e in occasione dell’uscita in versione retail, impersono nuovamente l’antropomorfo Rayton per raccontarvi uno dei metroidvania tra i più belli e ispirati che io abbia mai giocato

Torno finalmente a parlarvi di F.I.S.T.: Forged In Shadow Torch dopo averlo prima provato (qui l’articolo), poi giocato interamente nella sua versione digitale su PlayStation 5 (lo scorso anno) ed ora riassaporato nuovamente grazie ad una versione retail arrivata da poco sul mercato (se si esclude quella PlayAsia). Lo faccio anche in occasione della traduzione dei testi in italiano che verrà rilasciata attraverso una patch entro i primi giorni di novembre e perché – a conti fatti – nel 2021 non ho scritto la recensione; troppo indaffarato. Ma lo faccio soprattutto perché F.I.S.T. è un metroidvania di assoluto valore, che merita di essere scoperto e sviscerato da chi ama il genere (e non solo). Perché da quella visione steampunk emerge un prodotto made in China tra i più belli che mi sia mai capitato di giocare.

F.I.S.T.

Circa sei anni or sono, dopo che gli abitanti di Torch City sono stati sconfitti dall’invasione della Legione Robotica (in quella che viene riconosciuta come la Guerra della Resistenza), l’ex combattente Rayton – il coniglio protagonista –, ha preferito mantenere un profilo basso; restando ben lungi, quindi, da qualsivoglia conflitto.

L’inaspettato arresto del suo fidato amico però ha suscitato in lui un forte richiamo, tale da non lasciarlo certo indifferente e costringendolo, di fatto, ad indossare, per l’ennesima volta, il suo gigante pugno meccanico, allo scopo di salvarlo. Non sapeva che presto sarebbe stato coinvolto in un vortice di cospirazioni riguardanti la Legione, la Resistenza e la Banda dei Ratti.

F.I.S.T.

Da queste premesse prende quindi forma un titolo fortemente ispirato ai capolavori 2D Nintendo (i vari Metroid; a proposito, QUI la recensione di Dread), che vanta però un’identità propria e talmente marcata da restarvi appiccicata addosso a lungo; non scavandosi – fortunatamente – la fossa da solo con un prodotto in stile mero copia e incolla. Io, innamorato come sono, poi, di tutto ciò che viene concepito in maniera antropomorfa (e ‘sto gioco ha un character design bellissimo), non potevo restare indifferente nel vedere F.I.S.T.: Forged In Shadow Torch in movimento; ragazzi, è sensazionale.

Al netto di qualche animazione imperfetta e di un feedback ottimo (a cui manca giusto il passo finale per raggiungere l’eccellenza), il prodotto confezionato dai ragazzi di TiGames e pubblicato da bilibili, resta di una prelibatezza visiva che ha pochi eguali.

Mi verrebbe da paragonarlo ad una caramella da scartare; che si lascia assaporare lentamente.

Perché tutto ciò che F.I.S.T. fa, lo fa attraverso una regia non sempre impeccabile – certo –, ma sorretta da un comparto artistico talmente ispirato e diversificato che vi porterà ad esplorare almeno una dozzina di ambientazioni uniche; se non di più. In un andirivieni di saliscendi e sinistra-destra che vi sentirete smarriti; almeno sulle prime. Come un pugile che vi scazzotta il viso senza che c’abbiate capito una beneamata mazza. C’avete presente?

F.I.S.T.

E appena entrerete a pieno regime nella sua filosofia e inizierete a comprendere quanto complesso, ma fruibile sia, il suo level design, impazzirete: di gioia, ovviamente, poiché il titolo raggiunge vette francamente inaspettate, tanto che verrà spontaneo abbandonarvisi completamente. All’epoca, infatti, quando venne annunciato al China Hero Project di Sony, pensavo che, a bocce ferme, mi sarei ritrovato di fronte ad un titolo meno complesso del previsto; che poteva ambire sì a ritagliarsi un posticino nel mio cuore, ma nulla più. Incapace magari di esaltare la massa e farsi realmente valere.

E invece, alla fine, ‘sto bastardo me l’ha preso e strapazzato per benino il mio trasandato cuore; dandomi persino più di una scusante valida a tornare nel suo mondo. E credo sia valso lo stesso per i numerosi, altri, videogicatori, che hanno avuto il piacere di impersonare le vicende di Rayton.

Perché come accennavo poco prima, al netto delle già citate imperfezioni, il gameplay di F.I.S.T.: Forged In Shadow Torch è solido e cresce gradualmente, portando meccaniche fresche tanto nel suo combat system quanto nella gestione dei suoi enigmi e della sua esplorazione. Il protagonista sarà infatti dotato di un arsenale di tutto rispetto, che potrà essere switchato durante le varie fasi (attraverso la pressione dei tasti direzionali); capace di colpire nemici con attacchi rapidi, pesanti e dalla lunga distanza, farà largo sfoggio di armi tra le più assurde e disparate (non folli quanto quelle partorite da un Insomniac a caso, ma quantomeno coerenti al contesto) e potrà ricorrere a tecniche speciali, fruibili grazie all’ausilio di un apposito contatore.

Salto, doppio salto, finish, parate e schivate faranno poi il resto, tant’è che il più delle volte la vostra rapidità di pensiero e i vostri riflessi verranno messi a dura prova; tra un intersecarsi di dita che Pianista sull’Oceano levati proprio. Fortunatamente i checkpoint dove salvare la partita, potenziarsi attraverso un albero delle abilità (che migliora ogni aspetto del protagonista e che permette di cambiare l’attrezzatura in dotazione), saranno sempre ben disposti: in prossimità di zone ad elevato tasso di pericolosità e prima di ogni boss. Senza facilitarne troppo il progresso e senza intaccare quell’equilibrio che, in alcune fasi, resta comunque precario.

F.I.S.T.

Quest’ultimo, infatti, assieme ad un comparto tecnico che regge, ma che a volte mostra il fianco a qualche incertezza (come il lento caricamento delle texture anche su PlayStation 5), resta – forse – uno degli elementi meno riusciti e che più andrebbero rivisti; magari pure con le future, ulteriori, patch. Perché i boss e i mid-boss saranno pure concepiti in maniera figa e allettante, ma quando capisci come sconfiggere i primi, più o meno, capisci come sconfiggere anche i successivi; al netto di quella perdita di equilibrio di cui parlavo poc’anzi e ad eccezione di alcuni (tra cui il boss finale), che tocca studiarsi diversamente.

E perché nonostante la sua fluidità pressoché costante, l’Unreal Engine 4 è il solito motore grafico, composto da una spiccata versatilità, ma da limiti evidenti che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli anni, specie se non ottimizzato a dovere. Restano fortunatamente piccoli problemi tecnici che non intaccano più di tanto il risultato ottenuto in sede di release dagli sviluppatori, e si verificano perlopiù nel passaggio da una scenario all’altro.

La mappa di Torch City, che sarà consultabile in qualsiasi momento attraverso la pressione di un tasto, sarà comunque enorme e piena zeppa di zone limitrofe da esplorare; a cui potrete accedere attraverso le vie d’accesso principali o grazie al teletrasporto (una volta che quest’ultimo sarà stato sbloccato). Accompagnati da un melodia che veste a modo l’avventura di Rayton e composta da un main theme memorabile, l’opera distribuita da Microids risplende persino per quanto concerne il sonoro, dandoci l’opportunità di scegliere tra il doppiaggio inglese e cinese (in entrambi i casi ben eseguito).

Un’opera, F.I.S.T.: Forged In Shadow Torch, che ha risollevato il sottoscritto da un periodo videoludicamente buio; grazie alle sue spiccate qualità e al suo indelebile carisma. Sarebbe un peccato oggi (e ancor di più quando arriveranno i sottotitoli italiani), perdersi un titolo di questa qualità; fruibile, finalmente, anche su Nintendo Switch.

Io la mia l’ho detta, e onestamente la covavo da sin troppo tempo.

La scelta ovviamente resta la vostra.

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CONCLUSIONI
Overall
8.6/10
8.6/10
  • GRAFICA - 8.6/10
    8.6/10
  • GAMEPLAY - 8.6/10
    8.6/10
  • AUDIO - 8.5/10
    8.5/10
  • LONGEVITÀ - 8.6/10
    8.6/10

IN SINTESI

F.I.S.T.: Forged In Shadow Torch resta – con tutta probabilità – il miglior videogioco made in China che io abbia mai giocato, ad oggi. Ispirato, appagante, longevo (ho impiegato circa 18 ore per finire la prima run), carismatico; questo gioco ha tutto ed a breve riceverà persino una patch che introdurrà finalmente i sottotitoli in italiano. Quelle che trovate scritte nella recensione sono solo alcune delle numerose sorprese che ha in serbo per voi e l’invito – sincero – che posso fare a voi tutti è quello di non lasciarvelo assolutamente scappare. Soprattutto oggi che è stato reso disponibile in versione retail su PlayStation 4, PlayStation 5 e, per la prima volta, anche su Nintendo Switch.

Da giocare a tutti i costi.


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Gennaro Schiavelli

“Non vuoi niente. Non credi in niente. Il futuro è il tempo che ti rimane prima di finire un videogioco. Non credi nella vita dopo la morte e hai poca fiducia nella vita in generale. L’unica cosa che sai per certo è che non vuoi le stesse cose dei tuoi genitori.”