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F.I.S.T.: Forged in Shadow Torch – Il provato dalla demo

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Abbiamo provato la demo di F.I.S.T.: Forged in Shadow Torch in uscita su PC e PlayStation il prossimo 7 settembre. Ecco le nostre impressioni

Sin dal suo primo annuncio tenutosi al PlayStation China Hero ProjectF.I.S.T.: Forged in Shadow Torch ha da subito catturato tutta, ma proprio tutta la mia attenzione. Un coniglio antropomorfo che prende a cazzotti i malcapitati di turno in un contesto distopico e simile alla Midgar steampunk/dieselpunk che abbiamo visto in Final Fantasy VII? Che porta con sé un arto robotico in grado di mutare nel corso dell’avventura? Dove devo firmare? – mi dicevo. Sarà che ho un debole per questo genere di rappresentazioni (vedi Blacksad, Beastars, Biomutant, Odd Taxi, Brand New Animal…), fatto sta che se mi ci aggiungi pure una struttura e uno sviluppo dell’azione in 2D, con fasi platform e con il backtracking simile a quello visto nei metroidvania, stai già vincendo a mani basse. Sei riuscito, tu sviluppatore (in questo caso TiGames), a creare attraverso le idee un qualcosa che è già un punto fermo nel mio immaginario e che non verrà lavato via tanto presto. Tutto ciò dopo un solo trailer, capito?

Davvero complimenti al team che ha saputo come dare in pasto, sin dal principio, un titolo in grado di far parlare di sé. Volente o nolente. Quando ho appreso (grazie al nostro Fabio Corsini) che vi era una demo del gioco disponibile su Steam (io che comunque lo aspetto nella sua versione PlayStation 5), mi ci sono subito fiondato sopra e gli ho dedicato una live apposita sul nostro canale che potete trovare al seguente indirizzo. Giocato e rigiocato, e in seguito analizzato più e più volte, oggi sono qui a scrivervi del perché fareste bene a guardare a F.I.S.T.: Forged in Shadow Torch con la dovuta attenzione e ad appuntarvi sulla vostra agenda la sua data di uscita. In mezzo alla marea di titoli grandi ed impegnativi di cui saremo sommersi da qui alla fine dell’anno, questa potrebbe essere quell’alternativa in grado di donarvi il giusto ossigeno (sia lato economico visto il prezzo budget a cui viene proposto, sia perché dopo averlo provato posso dirvi che non sarà un titolo che vi porterà via molto tempo o richiederà chissà quale assurda abilità per essere completato).

Ma andiamo con ordine.

F.I.S.T.

Un clima di oppressione

F.I.S.T. (o almeno la demo) si apre con una scenetta piuttosto tranquilla, che vede il protagonista Rayton sorseggiare al tavolo di una locanda una pinta di quella che sembra essere birra (e magari non lo è) assieme al suo amico Urso, compagno di battaglie passate. Dopo che gli animali della città di Torcia sono stati sconfitti dall’invasione della Legione Robotica nella Guerra di Resistenza svoltasi sei anni fa, infatti, l’ex combattente della Resistenza (Rayton, NdR.), ha deciso di appendere le armi al chiodo e mettere da parte alcuni ideali in cui credeva, vivendo così alla giornata e mantenendo un basso profilo per omologarsi al contesto. Subito dopo l’arresto del suo amico Urso, però, rimasto l’unico ancora in grado di ribellarsi alla Legione Robotica, riaffioreranno in sé i ricordi che lo porteranno nuovamente a combattere e ad indossare il suo gigante pugno meccanico, per tentare di porre fine a questo clima di continua oppressione.

Da qui in poi la stessa trama assumerà altre mille sfumature e non saremo solo chiamati a salvare il nostro amico dalle grinfie del cattivone di turno, quanto piuttosto ci ritroveremo coinvolti in un vortice di cospirazioni che vedranno invischiate la Legione, la Resistenza e la Banda dei Ratti. Una trama che speriamo possa davvero spingersi oltre il mero pretesto e che possa approfondire alcuni aspetti caratteriali dei comprimari, così come gli eventi del passato e del presente con la stessa cura e profondità saggiata già attraverso questo primo contatto. Le premesse narrative, insomma, ci sono; tutte al loro posto. Bisognerà solo capire fin dove saranno in grado di spingersi.

F.I.S.T.

2D, metroidvania, platforming…

Come accennato in apertura di articolo, avremo tra le mani un gioco che si rifà tanto allo stile classico dei metroidvania, quello fatto di backtracking, esplorazione, enigmi, potenziamenti e quant’altro. Ma avremo tra le mani anche un titolo in grado di proporre delle fasi platform che mi sono parse sin da subito di assoluto livello. Sorprende infatti l’ispirata verticalità di queste sezioni, tutte realizzate in un contesto 2D e che vedranno Rayton muoversi nelle classiche quattro direzioni possibili. A bilanciare il tutto, come era lecito attendersi, ci saranno i numerosi potenziamenti a cui potrà attingere mano a mano che proseguirà il suo cammino; e se prima raggiungere una sporgenza con un salto vi sembrava impossibile, dopo aver appreso come rimbalzare sui muri, saltare a mezz’aria o utilizzare lo scatto, tutto vi risuonerà più chiaro. Avevo anche accennato al fatto che non pare essere (almeno da queste prime battute) un prodotto super impegnativo o in grado di farvi sudare le proverbiali sette camice, ma questo non vuol certamente dire che non vi saranno alcuni punti lievemente più ostici di altri. Certo, dipende anche dal vostro grado di abilità e dalla confidenza che avrete col gioco pad alla mano, ma vi posso già dire che il feedback ricevuto da queste sezioni è stato gratificante, molto più di altri titoli (credetemi). Sicuramente molto è dovuto anche alla morbidezza di ciascuna animazione.

Animazioni che si fanno sentire molto anche in fase di combattimento e rendono l’azione di F.I.S.T. frenetica e accattivante, seppur qui vadano ancora limati alcuni aspetti. Mi è capitato infatti di non avvertire l’affondo di un colpo, di notare un leggero input-lag nella risposta dei comandi quando provavo a schivare i colpi nemici e più in generale di una pulizia meno marcata. Nulla di preoccupante, d’altronde il gioco è ancora in fase di realizzazione e si lascia ugualmente giocare con piacere, ma è fuori discussione che qualcosina da rivedere ci sia eccome. Il nostro coniglio, infatti, oltre a sferrare attacchi leggeri o pesanti, potrà afferrare il nemico, decidere di eseguire un’esecuzione quando possibile, ricaricarsi i punti vita attraverso un energy drink (a base di carote), sfondare scudi, porte e barriere a suon di pugni caricati e così via. Chiaramente non tutte queste abilità saranno disponibili sin da subito, piuttosto andranno sbloccate attraverso un apposito terminale in grado di rigenerarci e potenziarci l’armatura spendendo denaro e utilizzando (laddove richiesto) i data disc, che altro non sono che dei dati in grado di ripristinare le funzionalità del nostro pugno d’acciaio. Avremo la possibilità di accedere ad un albero delle abilità e decidere quale di queste apprendere o conservarsi il malloppo sin lì racimolato decidendo di spenderlo altrove, magari al cospetto del mercante e dei suoi umili servigi.

F.I.S.T.

Unreal Engine 4 e Dieselpunk

F.I.S.T.: Forged in Shadow Torch si presenta tecnicamente già in ottima forma, forte delle sue molteplici opzioni per essere fruito al meglio anche sui PC meno prestanti e di quelle animazioni accennate poc’anzi. Il motore di gioco è il mai troppo abusato Unreal Engine 4 con tutti quelli che sono i suoi pro e contro. Dico ciò perché non è raro notare tra la transizione di uno scenario all’altro quell’effetto pop-up delle texture, con conseguente caricamento lento di alcune di esse e relativo scatto dell’inquadratura, che non sempre appare fluida come onestamente mi sarei aspettato. Non è niente di grave, ovviamente, o qualcosa a cui non si è già abituati, poiché nulla di quanto appena detto intacca minimamente l’esperienza del titolo (vista anche la fluidità con cui gira tutto nelle sezioni che davvero contano); è altresì vero, però, che qui si tratta di un qualcosa che va pulito e che renda il prodotto un’unica grande costante, e non una sorta di giostra fatta di saliscendi. Più un augurio a far meglio verso gli sviluppatori – in tal senso – che un qualcosa che abbia realmente sofferto. Parliamo sempre di un titolo minore che non può certo vantare tra una cutscene e le fasi giocate quella soluzione di continuità vista in opere più blasonate. Però ammettiamolo: quanto sarebbe bello e quanto lo renderebbe impeccabile? A mio modo di vedere molto, davvero.

Perché, per quanto sia un prodotto “minore”, le cutscene che vedono protagonisti questi animali antropomorfi hanno la loro carica emotiva e si dipanano attraverso alcune inquadrature interessanti che mettono in mostra la bontà delle espressioni facciali ed una realizzazione delle pellicce che sulle prime può spiazzare, ma che poi si rivela vincente. Tutto fuso alla perfezione in una delle ambientazioni più riuscite in termini di caratterizzazione e level design, che spinge molto sul comparto audiovisivo. Alla bellezza artistica di alcuni scenari va affiancata infatti una colonna sonora di un certo spessore che si fa valere sin dal menu iniziale e prova a prendersi la scena in diverse occasioni: ad esempio contro i due midboss o l’unico boss affrontabili all’interno di questa demo di F.I.S.T.. Forse qualche dubbio lo nutro nel design di alcuni nemici o in quella che potrebbe essere la loro varietà, sia in termini di realizzazione che in termini di moveset, a cui però fa da contraltare una folta schiera di NPC con cui interagire e a cui pare essere stata prestata maggiore attenzione. L’unica mia più vera e reale preoccupazione per quanto concerne questa produzione, però, è sempre stata una (oltre a dare per scontato che non sarà fruibile in italiano), e risiede in quella che sarà la sua effettiva longevità e varietà. Ma tanto è inutile star qui a fasciarsi la testa anzitempo, no? Poco ci si può fare.

Piuttosto aspettiamo e vediamo cosa TiGames abbia in serbo per noi, ricordandovi che l’uscita di F.I.S.T.: Forged in Shadow Torch è prevista per il 7 settembre 2021 in esclusiva su piattaforme PlayStation e PC.

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Gennaro Schiavelli

“Non vuoi niente. Non credi in niente. Il futuro è il tempo che ti rimane prima di finire un videogioco. Non credi nella vita dopo la morte e hai poca fiducia nella vita in generale. L’unica cosa che sai per certo è che non vuoi le stesse cose dei tuoi genitori.”