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Kitsune Zero – Recensione del DLC di Super Bernie World

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Mai come in questo caso, sarò più sintetico del solito. Sì, perché un gioco (o meglio DLC) come Kitsune Zero – spiace dirlo – è indifendibile sotto ogni punto di vista. Il titolo nasce come DLC di Super Bernie World, pessimo clone del primo intramontabile Super Mario Bros. in cui impersoneremo Bernie Sanders con l’obiettivo di aiutarlo nella sua campagna elettorale, raccogliendo voti e mandando in prigione noti miliardari del panorama sino a sconfiggere una volta per tutte Donald Trump. Per quanto possa essere carina l’idea, infarcita di easter egg simpatici e facendo satira sulla scena politica americana, Super Bernie World – pur essendo gratis – rimane un platform scadente che copia spudoratamente l’opera Nintendo, senza però riproporre lo stesso feeling e la medesima profondità ludica.

Quattro mondi, ognuno con tre livelli; pochi per ricevere un minimo di varietà che infatti manca e, tolta qualche risata scaturita dal contesto satirico e umoristico della produzione, si ha la sensazione di aver giocato un titolo per nulla ispirato, che non fa altro che essere una sorta di reskin di Super Mario Bros.. Rimane tuttavia di scarso valore, e qualora i livelli fossero stati realizzati con Super Mario Maker la qualità del level design e del platforming sarebbe risultata comunque mediocre, proprio perché non fa nulla per essere originale e accattivante quel tanto che basta. Esistono cloni decisamente migliori e, anche se gratuito, non mi sentirei di consigliarlo, se non giusto per farsi una risata grazie al tema ilare e fuori di testa che avrebbe potuto però avvalorare un prodotto ben più articolato.

E Kitsune Zero?

La situazione non migliora poi così tanto con il DLC in uscita quest’oggi. Il titolo di Kitsune Games altro non è che una reskin più 可愛い (kawaii) di Super Bernie World con un comparto grafico e stilistico un pelino più caramelloso e colorato che richiama maggiormente i costumi e il folklore giapponese. Il pretesto narrativo è più classico, ma in aggiunta ritroviamo anche il doppiaggio (nemmeno fatto così male, a dire il vero) e il livello di difficoltà Hard. Kitsune Zero si pone come prequel di Kitsune Tails in uscita il prossimo anno e che appare decisamente più promettente di Super Bernie World e relativo DLC.

Kitsune Zero

“Ma se è una semplice reskin di Super Bernie World, cosa cambia in Kitsune Zero?” vi starete chiedendo.

In sostanza una differenza c’è, ovvero la presenza di otto mondi aggiuntivi oltre quelli del gioco base: quattro speciali (sbloccabili una volta portata a termine la brevissima avventura) e quattro segreti (da scovare nel livello 5-1 nell’unico “tubo” accessibile di tutta l’esperienza). Tutto questo mi ha riportato alla mente l’originale Super Mario Bros. 2 per Famicom (quello giapponese, da noi noto come The Lost Levels, per capirci) dove per accedere ai mondi segreti bisognava scovare un apposito passaggio. Solo che Super Mario Bros. 2, per quanto more of the same, aggiungeva comunque tantissimo alla formula base del suo predecessore, con più ostacoli, nemici, power up fasulli, nonché una difficoltà più alta.

Qui ritroviamo qualche pizzico di creatività in più e annessa sfida, ma alla base risulta sempre tutto molto acerbo e con addirittura livelli quali D-2 e D-3 (l’ultimo) concepiti proprio male in termini di game design. Kitsune Zero negli stage aggiuntivi spazia tra trovate carine e situazioni pessime che non migliorano la situazione di quello che è – vi ricordo – un clone spudorato di Super Mario Bros. con tanto di nemici uguali e medesimi power up.

Kitsune Zero
Nel caso non si capisse dagli screenshot, Kitsune Zero è in 4:3.

A tutto questo aggiungiamoci l’impossibilità del Game Over poiché non ci sono extra life. L’unico intoppo è che i livelli sono sprovvisti di checkpoint, per cui sarà necessario ripartire dall’inizio persino se creperete ad un passo dalla bandierina (sì, c’è pure quella). Il che non è assolutamente un male, intendiamoci, solo che appunto ciò non basta per creare quella tensione tipica da platform quando ad esempio si è con l’ultima vita nel livello finale. Adrenalina alle stelle; paura di sbagliare per non ricominciare tutto da capo (o dal mondo raggiunto, come in Bros. 2). Qualcosa di superato, direte voi, ma in un prodotto di stampo old school – tra l’altro brevissimo – non avrebbe guastato affatto.

Super Bernie World e Kitsune Zero (a difficoltà Hard) assieme mi hanno portato via due ore scarse (circa trenta minuti, il primo, e un’oretta e mezza, il secondo). Vero che anche Super Mario Bros. lo finisco in una mezz’oretta o un’ora (senza warp zone), ma è altresì vero che lo conosco come le mie tasche (e anche di più). Normalmente ci vuole più tempo e soprattutto il tasso di sfida, la profondità di gameplay, il divertimento e tutto il resto sono proprio su un altro livello (mi chiedo anche perché li stia comparando, infatti). Super Bernie World e Kitsune Zero sono invece non solo dei cloni spudorati senza né arte né parte (eccezion fatta per la vena satirica del primo), ma platform banali è passabilissimi.

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CONCLUSIONI
Overall
3.7/10
3.7/10
  • GRAFICA - 5/10
    5/10
  • GAMEPLAY - 2.5/10
    2.5/10
  • AUDIO - 4/10
    4/10
  • LONGEVITÀ - 3/10
    3/10

IN SINTESI

Kitsune Zero è il tentativo di dare un pochino di lustro a Super Bernie World in attesa di Kitsune Tails, ma il risultato non è per nulla soddisfacente. Vero che è praticamente regalato, ma ciò non toglie che gli sviluppatori abbiano realizzato un prodotto non ai limiti del plagio, di più, e che al contempo non propone nemmeno la stessa profondità ludica della pietra miliare Nintendo. Si lascia comunque giocare, nonostante il feeling e il level design non siano all’altezza, ma è un’esperienza assolutamente passabile che nemmeno come hack di Super Mario World avrebbe stupito (e credetemi, di hack stupende ce ne sono a bizzeffe).  Non posso quindi che stroncarlo con l’insufficienza (mai avrei creduto di dare un voto più basso di Super Meat Boy Forever qui su Push Button), confidando che con Kitsune Tails il team di sviluppo riesca a proporre un platform decisamente più entusiasmante (dai trailer, parrebbe essere così; speriamo).


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Ismaele "Isma92" Mosca

Appassionato di videogiochi sin da piccolo, al punto tale da portarlo nel tempo a scrivere per circa dieci anni per il settore videoludico. Dopo aver lasciato tutte le testate per le quali scriveva, eccolo intraprendere una nuova avventura sulle pagine di Pushbutton.it, piccola realtà nata dalla sua mente e quella di due grandi compagni di viaggio, nonché cari amici: Gennaro Schiavelli e Antonio Rodo. Retrogamer incallito e musicista, ama la pizza e la cultura nipponica ed è pronto a raccontarvi e condividere tutto quello che gli passa per la testa.