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Dragon Ball Origins – #ricordivideoludici

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Sulle note di Makafushigi Adventure vi racconto quella che è stata la mia esperienza con uno dei titoli meglio riusciti su Dragon Ball

Quando si pensa a Dragon Ball spesso si finisce per pensare allo e quasi mai alla sua prima vera incarnazione che ha avuto il compito di dare il via a tutto. Fortunatamente questo non vale per il sottoscritto che vede nella prima parte di questo manga/anime il suo potenziale più grande ed un fascino tuttora mai raggiunto. Un potenziale enorme che potrebbe dare vita ad un vero e proprio action adventure con elementi da gioco di ruolo e che, anche ora che Dragon Ball Z: Kakarot è arrivato sul mercato, avvalora la mia ferrea tesi. Perché non concentrarsi quindi su un titolo che mette in scena tutto ciò che abbiamo potuto ammirare all’inizio della storia di Goku e soci, piuttosto che insistere con una seconda parte zeppa sì, di combattimenti, ma che poco si presta a questa tipologia di gioco? Chi lo sa… Ad ogni modo è un discorso che riprenderemo in un articolo dedicato, magari a Kakarot concluso.

Quest’oggi volevo però concentrarmi su uno dei titoli meglio riusciti basati su questo brand, ovvero: Dragon Ball Origins, un gioco datato 2008 arrivato su quel gioiello portatatile che è stato Nintendo DS e che rappresentava al meglio le avventure del noto Saiyan. Un qualcosa di simile ai due Zelda (Phantom Hourglass e Spirit Tracks) usciti sempre per la stessa console, strutturato però in capitoli e che metteva in scena buona parte di quanto visto nel manga/anime, riprendendo poi il filo del discorso interrotto con un secondo capitolo non proprio riuscitissimo, ad onor del vero.

Dragon Ball Origins

Ricordo ancora il giorno che lo giocai per la prima volta e di come subito la nostalgia mi avvolse appena sentii partire le note dell’opening originale. L’avventura cercava infatti di riproporre quanto più fedelmente possibile le peripezie del piccolo Goku, sin dal suo incontro con Bulma ed arrivando, di fatto, fino al primo torneo Tenkaichi. Oltre a vantare le musiche originali, Dragon Ball Origins metteva in scena una grafica davvero deliziosa ed invecchiata pure piuttosto bene (se pensiamo alla sua natura portatile), cercando sempre (e puntualizzo sempre), di ricalcare nel modo più fedele possibile le scene iconiche di questa saga attraverso anche lunghe cutscene. Davvero un ottimo lavoro quello di Game Republic e Bandai Namco che ancora oggi risulta godibile nell’esplorazione dei suoi dungeon, nelle sue boss fight e nel suo essere così “avventura”. Un gioco che tutti gli amanti di Dragon Ball dovrebbero assolutamente giocare, in attesa magari di un nuovo titolo, questa volta basato però sulle origini del mito. Io, nel frattempo, munito di radar, vado alla ricerca delle sette sfere del Drago, così da esaudire, una volta recuperate tutte, questo mio più intimo desiderio.

Voi cosa ne pensate? Conoscevate il gioco? Ditecelo attraverso i commenti e il consueto hashtag #ricordivideoludici.

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Gennaro Schiavelli

“Non vuoi niente. Non credi in niente. Il futuro è il tempo che ti rimane prima di finire un videogioco. Non credi nella vita dopo la morte e hai poca fiducia nella vita in generale. L’unica cosa che sai per certo è che non vuoi le stesse cose dei tuoi genitori.”