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Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge – Recensione

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Un tuffo nell’estate degli anni ’90 con Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge e oltre

Aaah… l’estate.

Con quel caldo che ti si appiccica addosso quasi fai fatica a concederti una pausa dal mondo esterno prostrandoti ai videogiochi. Eppure, la testa, fatica spesso a divincolarsi dai dolci ricordi che l’accompagna; di quando sputtanare denaro dinanzi a un cabinato era tutto ciò che desideravi. La sala giochi di paese in fondo era la tua meta, e i beat’em up presenti al suo interno la tua dimora. Ore e ore passate a rastrellare nemici senza farsi troppe domande, perché sì: andava bene così. Da Asterix & Obelix a Cadillacs and Dinosaurs passando per Teenage Mutant Ninja Turtles; ce n’erano davvero di tutti i tipi, e quanti che mi sono rimasti tatuati addosso. Titoli dal carattere ferreo e gelido, quasi a replicarne la compostezza del gettone stesso appena lo afferravi per inserirlo nell’arcade; che se ci ripenso ora mi si fredda il cuore, rattristato dal pensiero che tali ambienti vadano via via scomparendo.

Immaginate quindi quale fu la mia reazione nell’apprendere che Tribute Games stava lavorando ad un’IP di questo stampo dedicata al mondo delle Teenage Mutant Ninja Turtles: estasi totale. Tornare ad impersonare Leonardo, Donatello, Michelangelo e Raffaello dopo così tanto tempo dall’ultima volta (sarà stato il 2016 con il gioco targato Activision e Platinum Games: Mutanti a Manhattan), non poteva che rendermi estremamente felice; specie se ai quattro fratelli si aggiungono personaggi giocabili come il maestro Splinter, April O’Neil e Casey Jones (sbloccabile solo dopo aver completato la campagna almeno una volta). Quello delle tartarughe in fondo è un mondo – un brand – che non ho mai dimenticato e che mi accompagna sin da piccolo ancora oggi, grazie ai fumetti della IDW e ad un’ultima serie Nickelodeon che ho trovato estremamente piacevole.

Ma qui, beh… qui si vola alto.

Teenage Mutant Ninja Turtles

Un beat’em up che ritorna con tutte quelle meccaniche che hanno reso leggenda l’arcade targato Konami non poteva passare sotto traccia, e così è stato. Al lancio il gioco vantava su Steam il primo posto in classifica e una media di giocatori che andava oltre i diecimila. Insomma, tanta roba per un titolo indie e fortemente di nicchia (se così lo possiamo definire). Una scommessa vinta in primis dagli sviluppatori e dal publisher che è andata evidentemente a colmare quell’appetito insaziabile che molti di noi nutrivano nei riguardi delle tartarughe.

Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge aveva infatti l’arduo compito di dare nuova linfa, il giusto lustro, ad un universo che non sempre ha goduto di tie-in meritevoli (se si escludono le produzioni ad esso dedicate uscite negli anni ’90), ma ce l’ha fatta. Ce l’ha fatta perché ha puntato sulla semplicità piuttosto che sulla pretenziosità, creando qualcosa che oggi non vediamo spesso e perché Dotemu ha riposto piena fiducia nel lavoro svolto dai ragazzi di Tribute Games, autori del mai troppo lodato Scott Pilgrim vs The World: The Game. Visivamente hanno quindi ricalcato in maniera fedele lo stile della prima serie animata, riproponendocelo sotto forma di quella pixel-art in cui hanno dimostrato a più riprese di essere dei veri e propri maestri, e perché hanno dotato il gioco di animazioni estremamente curate che riproducono in maniera esemplare lo stile e le movenze di ogni lottatore; che siano essi i protagonisti o i nemici a schermo. Un tripudio visivo che sfocia in una bellezza senza eguali per il genere e che vi porterà a strofinare gli occhi a più riprese, anche grazie alle numerose ambientazioni dallo stile unico.

Teenage Mutant Ninja Turtles

Il Clan del Piede capitanato dal mai domo Oroku Saki (in arte Shredder), ha messo in atto un nuovo piano: quello di riportare in vita Krang recuperando in ognuno dei 15 livelli (più uno bonus), le parti necessarie al suo completamento. Starà quindi a noi sfatare questa nuova minaccia attraverso una modalità storia che proporrà al suo interno diversi obiettivi da completare e oggetti da cercare, con la possibilità di gustarsela in cooperativa fino ad un massimo di sei giocatori (quattro in locale, sei online). Di per sé non stiamo certo parlando di qualcosa di epocale, quanto piuttosto di un mero pretesto per menare le mani ed inoltre, la stessa, è facilmente completabile in circa due ore di gioco; ma è comunque piacevole constatare come, grazie a queste aggiunte, il titolo risulti ampiamente rigiocabile. Ogni personaggio sarà infatti dotato di una crescita personale che, raggiunto un dato livello, aggiungerà nuove combo in automatico (niente albero delle abilità quindi), aprendosi ad un gameplay che onestamente ci si aspettava potesse essere meno vario e tecnico.

Certo, magari in multiplayer per via dell’estrema confusione a schermo si andranno a perdere un po’ di quei tecnicismi e a volte si ha la sensazione che questo aspetto potesse essere limato meglio, ma va bene così. Si passa infatti dalla caciara del multiplayer ad un’azione un po’ più lenta e ragionata se l’avventura deciderete di affrontarla in single player o al massimo, in compagnia di un solo amico. Inoltre, cosa da non sottovalutare in sede di approccio al titolo è la selezione dei tre livelli di difficoltà che potrebbe, a conti fatti, invertire questa tendenza e rendere il tutto decisamente più ostico, facendovi quindi ricorre a quella tecnica che potrebbe venir meno in alcuni contesti. Schernire il nemico attraverso la pressione del tasto dorsale destro, ad esempio, vi permetterà di caricare la vostra barra dedicata alla potenza ninja ed effettuare così le super combo. Non solo attacchi leggeri, pesanti o in corsa dunque, ma anche schivate, salti e doppi salti comprensivi di montanti e attacchi in picchiata.

Teenage Mutant Ninja Turtles

Ogni lottatore di Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge, difatti, è dotato oltre che del proprio moveset, anche del proprio finale; capite quindi che portare a termine il gioco con tutti e sette i personaggi presenti vi porterà via numerose ore. A questo aggiungeteci anche la modalità Arcade che andrà di fatto a simulare l’esperienza vissuta sui cabinati di una volta (vantando persino la possibilità di inserire i gettoni), e vi renderete conto di come il contatore delle ore aumenterà notevolmente. Potreste indubbiamente risentire di una certa ripetitività di fondo poiché i livelli quelli sono, certo, ma alla fine è più un discorso relativo al genere d’appartenenza piuttosto che al titolo in sé poiché, come detto, la varietà di certo non manca ed è stata per giunta inaspettata.

Se deciderete infatti di affrontare l’avventura in compagnia, vi si apriranno in game una serie di opzioni a cui non potrete assistere qualora decideste di giocarvela in solitaria, come: battere il cinque ad un alleato e risollevarne il morale per condividere un pezzettino della vostra salute; la possibilità di rianimarlo laddove fosse esamine a terra entro un determinato lasso di tempo; e per ultima la possibilità di accerchiare il nemico per schiacciarlo tra i due gusci. Insomma, tante piccole trovate che migliorano la profondità dell’azione senza dubbio alcuno e rendono piacevole l’esperienza in compagnia.

Ad ogni modo Tribute Games ha cercato di inserire la maggior parte dei nemici visti nella serie provando a donargli ulteriore varietà, sia per quanto concerne i nemici comuni, sia per i boss di fine livello. Su questi ultimi il lavoro è stato davvero egregio e devo dire che tra tutti quelli visti (che non sto a spoilerarvi), non manca nessuno; per lo meno di importante, ecco. L’unica nota stonata in tal senso è che a volte il boss successivo mi è sembrato più semplice di quello precedente, creando una certa discrepanza e un certo divario che non credevo potesse presentarsi. C’è un po’ di sbilanciamento in tal senso, praticamente, ma confido che il tutto possa essere sistemato attraverso il rilascio di future patch (e magari pure di un DLC fra qualche mese, no?).

Le partite online ad ogni modo sono state piacevoli, divertenti, e confusionarie come poche (ho avuto il piacere di testarlo con altri tre amici [Rodo traditore, non hai giocato con noi! – NdR Isma]), sia su Nintendo Switch (dove ho acquistato il gioco), sia su Xbox Series X (dove ne ho usufruito grazie al Game Pass). L’unica nota dolente è che a tratti si sono verificati problemi di lag e freeze costringendomi a riavviare la partita e a rinunciare ai progressi sin lì fatti (uno si è verificato proprio sul finire di un livello, alla resa dei conti con il boss di turno). Ma anche qui confido nel fatto che tutto possa risolversi entro il breve periodo attraverso il rilascio di una patch, premettendo che comunque l’esperienza è rimasta godibilissima per larghi tratti salvo queste due/tre occasioni.

Chiude il cerchio una colonna sonora che rimanda con la testa ai fiorenti anni ’80/’90, a quell’epoca fatta di punk, breakbeat e pezzi in salsa hip-hop che da sempre si sono contraddistinti nel conteso urbano in cui abitano le tartarughe ninja. Alcuni dei quali interpretati e riarrangiati da due pesi massimi dell’industria quali Ghostaface Killah e Raekwon. Si poteva chiedere di meglio? Per quanto mi riguarda no.

Io, che respiro la cultura hip-hop da tutta una vita, con Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge, al seguito di quanto detto, non posso che sentirmi pienamente a casa.

Quella casa che una volta era la mia sala giochi di paese e che oggi torno a respirare grazie a quei verdi amici che mai, mai, mi hanno abbandonato lungo il mio cammino.

Grazie Tribute Games.

Grazie Dotemu.

Per sempre:

COWABUNGA!

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CONCLUSIONI
Overall
8.5/10
8.5/10
  • GRAFICA - 9/10
    9/10
  • GAMEPLAY - 8/10
    8/10
  • AUDIO - 9/10
    9/10
  • LONGEVITÀ - 7.5/10
    7.5/10

IN SINTESI

Al netto di quelli che sono i problemi evidenziati in sede di recensione, Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge è il gioco dedicato alle Tartarughe Ninja che stavo aspettando da tutta una vita. Se si esclude il buon remake arrivato anni or sono sugli store digitali del primo beat’em up targato Konami, e Mutanti a Manhattan di Activision e Platinum Games (che era sì un gioco altalenante, ma regalava comunque qualche soddisfazione), non è che vi sia stato tutto questo gran movimento in tal senso. Si avvertiva insomma un certa penuria. Il titolo targato Tribute Games e Dotemu, invece, senza pretendere troppo, riesuma i nostri verdi amici e li rende protagonisti di un gioco che vorrete assolutamente giocare e rigiocare, specie in compagnia. E poco importa se la campagna dura giusto quella manciata di ore, poiché ne vorrete ancora e ancora, a prescindere da quali siano le motivazioni che vi spingeranno a farlo. La fedeltà grafica che rimanda alla prima serie TV unita alla pregevole fattura della pixel-art, dotata oltretutto di animazioni superbe, vi farà stropicciare gli occhi a più riprese e non riuscirete a staccarvi tanto facilmente. La profondità inaspettata del gameplay aggiunge inoltre quel qualcosa in più che di rado si trova in giochi di questo genere e saprà cogliervi in maniera del tutto inaspettata. Confido quindi che quei piccoli problemi evidenziati possano, nel breve periodo, essere limati, così come confido nel fatto che a questo gioco, presto, venga dato un seguito attraverso il rilascio di un DLC. Per quanto appagato dall’esperienza appena vissuta, quello che posso dirvi è che ora ne voglio di più, per poter urlare al mondo intero, ancora e per sempre: COWABUNGA!


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Gennaro Schiavelli

“Non vuoi niente. Non credi in niente. Il futuro è il tempo che ti rimane prima di finire un videogioco. Non credi nella vita dopo la morte e hai poca fiducia nella vita in generale. L’unica cosa che sai per certo è che non vuoi le stesse cose dei tuoi genitori.”