Console MicrosoftGiochiIn EvidenzaRubriche

Ninja Gaiden: il capolavoro di Itagaki – #ricordivideoludici

Condividi la tua esperienza, grazie

4.5
(2)

Tenebroso il viaggio
irto di pericoli.
Ryu, armato di katana,
supera i più grandi ostacoli.
Sopravvissuto alla disfatta
è pronto alla vendetta;
il Drago Nero è lì
minaccioso, attende.
Il sentiero del Ninja Gaiden
intraprende.

Sono davvero affezionatissimo a questo titolo. L’opera di Tomonobu Itagaki è stata la mia personalissima killer application, capace di spingermi all’acquisto di una prima Xbox che però ho comprato diversi anni dopo rispetto al lancio. D’altronde era una delle mie lacune videoludiche. Così, nel 2015, prima ancora della retrocompatibilità Xbox One, durante il mio anno di Servizio Civile Nazionale e uno stipendio arrivato dopo sei mesi di ritardo (bei ricordi), decido di prenderne una. Avevo hype come se fosse in arrivo una produzione attuale, e invece si trattava di un gioco retro (e che gioco!) che bramavo con tutto me stesso da parecchio tempo. Trovata la console (usata) su eBay, dalle info scopro che è provvista di mod con tanto di software installati all’interno dell’hard disk. Tra questi vi è proprio Ninja Gaiden del 2004, la primissima versione. Non era Black, ma tanto bastò per farmela prendere seduta stante.

Quando l’Xbox arriva, monto tutto. Ero felice come un bambino, lo ricordo ancora perfettamente; sensazioni che non devono mai svanire nella vita di un essere umano, altrimenti non saremmo altro che involucri vuoti. Lascio a voi immaginare il mio stupore una volta avviato il gioco. Amore fu, ed ero piacevolmente colpito di cosa fosse capace quel titolo che già all’epoca aveva undici anni sul groppone (oggi sedici) e spingeva oltre ogni limite il botolone Microsoft: tecnicamente straordinario, gameplay sopraffino, intriso di tecnicismi incredibili e una difficoltà davvero esagerata (disumana nella modalità Master Ninja della versione Black). Accettai però di buon gusto la sfida, perciò lo iniziai direttamente ad Hard. Tante le bestemmie, ma altrettante le soddisfazioni. Ogni capitolo era una gioia per il mio palato da videogiocatore: il level design, le sezioni platforming con ostacoli vari, combattimenti avvincenti, boss bastardissimi, esplorazione e un pizzico di backtracking che non guasta, i collezionabili, le armi da potenziare. Un vero ed autentico capolavoro, tra le esperienze videoludiche più belle che io abbia mai vissuto. Che bello l’Acquedotto, ma anche il Monastero, stesso dicasi per la Cripta Sotterranea. Luoghi suggestivi e realizzati con una cura superlativa; lasciano il segno.

Ninja Gaiden

L’amore fu talmente forte che decisi di recuperare pure Ninja Gaiden Black, il rifacimento uscito un anno dopo (nel 2005) che migliorava l’esperienza con qualche aggiunta importante e differenze sostanziali dei nemici, diversi ad ogni livello di difficoltà. Questa versione è quella retrocompatibile su Xbox One, qualora fosse di vostro interesse. Ninja Gaiden Black l’ho giocato più volte sulla prima Xbox fino a sbloccare la famigerata Master Ninja, dopodiché l’ho portato a termine anche su One (che spettacolo in full HD). Mi mancava tuttavia l’originale, la first release che avevo giocato in maniera poco legittima. Ero in viaggio in Giappone quando tra le varie cose recuperai proprio una copia giapponese di Ninja Gaiden; dovevo avere quella versione a tutti i costi, considerando che a me piace collezionare ogni titolo per la regione d’appartenenza.

Mi piacque così tanto l’opera del maestro Itagaki che non ci pensai su due volte ad acquistare il sequel per Xbox 360 (aggiunto molti anni dopo nel programma retrocompatibilità di Xbox One e ora disponibile su Game Pass). Bellissimo anch’esso, e pur avendo un combat system ancora più stratificato ed una fluidità maggiore (salvo alcuni cali di frame rate), la qualità mastodontica e fuori scala raggiunta dal primo non è mai più stata eguagliata. Veramente difficile fare di meglio, anche per questo motivo credo Itagaki abbia voluto dare un’altra identità a Ninja Gaiden II. Dal punto di vista artistico alcuni livelli sono qualcosa di indescrivibile per il fascino macabro di cui si avvalgono, e la componente action ancor più brutale e sanguinolenta raggiunge proprio l’apice assoluto. Così decido di dar fiducia pure a Ninja Gaiden 3, conscio delle critiche e della dipartita di Itagaki-san non coinvolto nello sviluppo. Il titolo è effettivamente spanne sotto i suoi illustri predecessori, ciò detto non l’ho trovato nemmeno così malvagio. Certo, si tratta di un’esperienza passabile che se non fosse per alcuni approfondimenti del background di Ryu Hayabusa (il protagonista della serie) avrebbe ben pochi meriti per essere ricordata.

Ninja Gaiden (Black compreso) mi ricorda un action hack ‘n slash meraviglioso, intriso di elementi da puro action adventure; un prodotto irrinunciabile e per cui vale la pena avere una console Xbox. Mi ricorda la vendetta contro Doku, il mio personale viaggio nelle terre del Sol Levante e in più di un’occasione l’opera di Itagaki mi è balzata alla mente (un esempio: quando ho visto le katane in una sorta di negozio addetto alla vendita oppure i vari castelli giapponesi che ho visitato). Senza dubbio tra i miei videogiochi preferiti di tutti i tempi, al punto tale che ogni anno, insieme al primo straordinario Devil May Cry, sento il bisogno di rigiocare; ed ogni volta rimango estasiato come la prima. Un capolavoro senza tempo che tutti dovreste giocare almeno una volta nella vita.

Facebook Comments

Quanto ti piace questo Articolo?

Fai clic su una coppa per votarla!

Voto medio 4.5 / 5. Conteggio voti: 2

Nessun voto finora! Sii il primo a votare questo post.

As you found this post useful...

Follow us on social media!


Condividi la tua esperienza, grazie

Ismaele "Isma92" Mosca

Appassionato di videogiochi sin da piccolo, al punto tale da portarlo nel tempo a scrivere per circa dieci anni per il settore videoludico. Dopo aver lasciato tutte le testate per le quali scriveva, eccolo intraprendere una nuova avventura sulle pagine di Pushbutton.it, piccola realtà nata dalla sua mente e quella di due grandi compagni di viaggio, nonché cari amici: Gennaro Schiavelli e Antonio Rodo. Retrogamer incallito e musicista, ama la pizza e la cultura nipponica ed è pronto a raccontarvi e condividere tutto quello che gli passa per la testa.