Tombi 2: The Evil Swine Return – #ricordivideoludici
Se oggi ho deciso di riportare alla mente Tombi 2 e non il primo episodio, un motivo (e forse anche più di uno) c’è. Dopo l’esperienza di Ismaele dedicata a Lost Odyssey e all’era Xbox360, quindi, ritorniamo in epoca 32 bit, ad un gioco che non è soltanto uno dei tanti grandi platform dell’era PlayStation, ma anche il fin troppo criticato e dimenticato seguito di un gioco che ha significato tanto per molti (e per me in particolare). Un titolo che abbandonava quel mix grafico tra 2D e 3D che gli aveva donato stile a iosa per abbracciare qualcosa che molti suo concorrenti stavano già adoperandosi a fare, puntando solo ed esclusivamente sui poligoni e divenendo così meno impattante artisticamente, ma non per questo brutto. Ce ne fossero di giochi brutti fatti in questa maniera, mi ripetevo spesso ai tempi (e continuo a ripetermi oggi). Che poi altro non ero che un moccioso. Un moccioso che cercava in primis il divertimento e che ha saputo legare con Tombi 2 sino ad innamorarsene e, forse forse, persino preferirlo al primo.
Non dimenticherò mai la miniera, la corsa sulle rotaie, le quest assurde, il doppiaggio in italiano, le splendide musiche, le molteplici armi e i diversi “poteri”; quel retrogusto insomma da J-RPG che all’epoca potevi fiutare in una miriade di produzioni giapponesi. Sì, perché Whoopee Camp (ricordate la vocina nell’intro? che emozione), confezionò anche sotto questo aspetto un altro prodotto davvero egregio, per me degno di lode, poiché per un gioco folle, esigerò sempre missioni folli. Davvero troppo divertenti nel loro essere.
Era quel periodo della mia vita in cui giocavo una miriade di cose e ricordo che Tombi 2, una volta inserito nella console, fece tabula rasa intorno a sé. E chi lo tolse più. Quella chioma rosa animava i miei pomeriggi mentre al mattino, a scuola, cercavo di fare mente locale per capire come superare determinate zone che allora mi apparivano davvero elaborate. Quanto v’è rimasto il CD-ROM inserito in quella grigia scatola? Un mese? Due? O forse persino qualcosa in più? Sinceramente non me lo ricordo e non ha poi molta importanza. Ricordo solo che se stavo attaccato alla Play per circa 2-3 ore, poi eran mazzate. Che tempi! Che gioco! Uno tra i più significativi della mia vita da videogiocatore. Tredici anni o poco più, sarà stato giù di lì che correvo selvaggio proprio come Tombi verso quel mondo a cui ero molto legato. Sarà stato pure ‘na ciofeca per critica e fan, un titolo meno aggraziato rispetto al suo prequel, dite quello che volete, date pure fiato alle trombe…
Io vi dico solo che giochi di ‘sto stampo, non ne fanno più.
Ma manco per il cazzo.
“Non vuoi niente. Non credi in niente. Il futuro è il tempo che ti rimane prima di finire un videogioco. Non credi nella vita dopo la morte e hai poca fiducia nella vita in generale. L’unica cosa che sai per certo è che non vuoi le stesse cose dei tuoi genitori.”