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Hyrule Warriors: L’era della calamità – Il nostro provato

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Si torna nelle terre di Hyrule grazie a Nintendo e Koei Tecmo in questo prequel spin-off dal titolo Hyrule Warriors: L’era della calamità.

Ogni scusa è buona (specie per il sottoscritto) per ritornare nella terra di Breath of the Wild e questo Hyrule Warriors: L’era della calamit è il giusto pretesto che tanto cercavo e che mi è servito per farmi un’idea su come potrà rivelarsi questo prequel spin-off di un gioco leggendario (qual è Zelda), in salsa musou.

I musou sono da sempre croce e delizia per i palati di milioni di videogiocatori e vengono spesso utilizzati per tie-in che si basano su serie anime/manga ma che, raramente, si rivelano titoli di pregevole fattura (salvo rare, rarissime occasioni). La struttura, il come sono fatti e pensati praticamente, si rivela sin da subito immediata da assimilare; ma è proprio in maniera altrettanto rapida e immediata che potrebbe stancare; vuoi per l’eccessiva ripetitività di fondo presente nelle azioni da compiere e negli incarichi da svolgere, vuoi per la scarsa profondità che sta alla base di questo concept.

Negli anni, però, seppur cercando di restare fedeli a loro stessi, i musou hanno provato a spingersi oltre, riproponendo le gesta di alcuni noti beniamini videoludici a noi cari e provando ad offrirci un equilibrio tra tradizionalità e freschezza. Mi riferisco a titoli come Dragon Quest: Heroes I & II, Hyrule Warriors: Definitive Edition e Persona 5 Scramble (che non è ancora stato pubblicato in Italia ma di cui è possibile farsi un’idea grazie a diverse demo pubblicate e alla sua versione completa giapponese).

Pertanto, questo Hyrule Warriors: L’era della calamità è qualcosa che punta a far breccia nel cuore di chi ha amato la più grande IP esclusiva di Nintendo Switch, mettendo in piedi (insieme a Nintendo stessa che ne ha supervisionato il progetto), una storia ambientata diversi anni prima degli eventi vissuti in Breath of the Wild.

Hyrule Warriors

Gli eventi passati…

Il nuovo capitolo di questa serie approdata su Nintendo Wii U nel 2014 si pone l’ambizioso obiettivo di raccontarci ciò che avvenne cent’anni prima del risveglio di Link, ovvero: la battaglia contro la calamità Ganon che portò alla disfatta dei campioni e al sacrificio a cui Zelda dovette far fronte. Troveranno perciò spazio i ricordi, quelli visti e rivisti in Breath of the Wild e che rappresentano la vera narrativa del gioco, volti ad approfondire la storia del regno di Hyrule e dei propri abitanti sotto una lente del tutto diversa. Più intima, se vogliamo.

Sin dal primo istante ho avuto come la sensazione che nel gioco si faranno spazio numerose e lunghe cutscene, che avranno lo scopo non solo di mostrarci la bontà visiva del comparto tecnico ed artistico, le espressioni facciali dei protagonisti e così via, ma anche quello di riuscire a creare una maggiore empatia con tutti i numerosi personaggi che incontreremo lungo il nostro tragitto. Un modo differente di intendere (che non è tipico delle IP Nintendo) e che più si avvicina ad altre produzioni o software house, ma che potrà e saprà sicuramente farsi valere tra uno scontro e l’altro, spezzando di tanto in tanto il ritmo di questi ultimi che sarà, come da tradizione, sempre piuttosto serrato.

Hyrule Warriors

Al di là del button mashing…

Ritmo serrato come dicevo, quindi, prerogativa di ogni buon musou che si rispetti ma che tuttavia (come visto più volte nel corso degli ultimi anni), tenta di aggiungere al proprio comparto ludico quel minimo di strategia (tipica degli RPG), che non t’aspetti. Hyrule Warriors vira proprio in questa direzione, cercando di unire alla familiarità di un combat system che non dovreste far fatica ad assimilare, una componente strategica che vi terrà impegnati per diverso tempo anche nei vari menù che vuole mettervi a disposizione. Se quindi, pad alla mano, l’azione nuda e cruda contro orde di nemici vi vedrà presto spensierati a menare fendenti a destra e a manca, e magari pronti ad ergere difese lungo tutto il regno, le fasi in cui dovrete munirvi di ingegno o scegliere la strategia adatta vi riporteranno ad un equilibrio interiore, che in fin dei conti potreste davvero gradire.

Chiaramente non si parla di risolvere veri e propri enigmi o chissà quale altra diavoleria, quanto piuttosto di impartire ordini ai propri compagni facendogli difendere alcune zone o raggrupparli a voi, scovare per le mappe vari segreti o portare a compimento alcuni compiti specifici consegnando materiali raccattati in giro ad alcuni NPC. Questi ultimi in particolare, a loro volta, sbloccheranno altre missioni, ma solo dopo avervi sempre premiato con oggetti, potenziamenti, combo e così via, stimolando così la vostra voglia di completismo. A tutto ciò si potrà accedere però solo dall’hud centrale (ovvero la torre eretta al centro di Hyrule), da cui si aprirà l’intera mappa e da cui potrete decidere cosa fare: se progredire nella storia o se dedicarvi a determinate side quest. Prima di scendere in battaglia, invece, si potrà sempre decidere con quale assetto farlo, organizzando, di personaggio in personaggio, le migliori armi che questo ha a disposizione, come persino cibarsi di alcune delizie per avere dei benefit in combattimento.

Combattimento che vede assegnato ai tasti frontali l’attacco leggero e quello pesante, la schivata e la mossa speciale e che trova, nei due dorsali, la possibilità di aprire dei piccoli menu in tempo reale che vi permetteranno di curare il personaggio utilizzato o di beneficiare dei poteri della tavoletta Sheikah. Con ZL viene messa invece a disposizione la parata, con ZR l’utilizzo delle armi a distanza e con la pressione dell’analogico destro si potrà attivare il focus sul nemico di turno, in linea quindi con quanto già ammirato in Breath of the Wild. Infine al D-pad è legato il cambio del personaggio all’interno della mappa; sarà dunque possibile switcharlo in qualsiasi momento grazie alla pressione del tasto su o giù e sfruttare così le caratteristiche uniche di cui ciascuno di essi si avvale.

Hyrule Warriors

Sensazioni positive

Conclude il cerchio di questo longevo (anche inaspettato oserei dire) provato un comparto tecnico che ricalca molto lo stile già ammirato nel capolavoro Nintendo (anzi, forse è proprio lo stesso motore grafico a dare vita al tutto, ma non ci metterei la mano sul fuoco). Eccezion fatta per alcuni momenti in cui il ritmo diventa eccessivamente concitato, la fluidità rimane stabile e quei lievi cali di frame rate non intaccano la bontà visiva e l’azione messa a schermo da Koei Tecmo, anzi. Nelle cutscene (come detto in apertura di articolo), il tutto assume un maggior risalto ed è capace di farci vivere ancora più da vicino le vicende di Zelda e soci grazie ad una regia (e ad un accompagnamento musicale), che nulla ha da invidiare al capitolo originale.

Sensazioni positive, dunque, seppur io non sia tra quelli che mangia pane e musou come se nulla fosse. Il genere non è il mio, assolutamente, come non lo sarà per molti altri, ma c’è da dire che da questo test su strada, la curiosità è tanta. Se poi consideriamo questo spin-off come l’episodio canonico qual è a cui va aggiunta la costante supervisione di Nintendo stessa, allora l’acquisto diventa obbligatorio. Si perché, i ricordi di un gioco totale come Breath of the Wild vanno riesumati in qualche maniera di tanto in tanto, e se a farlo è un titolo magari meno ambizioso ma comunque con del carisma, non vedo perché doversene privare. Consideriamo poi che il tempo che ci separa da Zelda: Breath of the Wild 2 è tutt’ora indefinito, ed il perché è presto detto.

Questo Hyrule Warriors: L’era della calamità non sarà un open world, non avrà la stessa profondità ludica del capostipite ma sono sicuro che saprà ritagliarsi la sua grossa fetta di videogiocatori, anche nel periodo folle in cui vedrà il rilascio sul mercato, vale a dire: l’avvento della nuova generazione di console.

Se volete farvi un’idea più precisa in attesa della nostra recensione, vi rimando comunque alla nostra live ad esso dedicata che potete trovate qui in calce.

 

 

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Gennaro Schiavelli

“Non vuoi niente. Non credi in niente. Il futuro è il tempo che ti rimane prima di finire un videogioco. Non credi nella vita dopo la morte e hai poca fiducia nella vita in generale. L’unica cosa che sai per certo è che non vuoi le stesse cose dei tuoi genitori.”