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Outriders – Recensione: alla conquista di Enoch nel nuovo shooter di People Can Fly

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Chi si sarebbe mai aspettato che un giorno People Can Fly (Bulletstorm, Gears of War: Judgment) e Square Enix avrebbero unito le forze per proporre in pieno periodo cross-gen uno shooter GDR? Pochi o nessuno, eppure Outriders ha concretizzato questa folle ipotesi che – stranamente – sembra funzionare. Rinviato in più di un’occasione, il nuovo prodotto targato Square Enix è finalmente giunto su console e PC – manca solo all’appello Nintendo Switch, che rimarrà esclusa – e i risultati ottenuti in questa prima settimana di lancio sono promettenti. Non è un poi un segreto che le aspettative sul nuovo titolo di People Can Fly fossero piuttosto basse, poiché il pubblico non si è lasciato convincere del tutto dall’interessante quanto precisa comunicazione da parte degli sviluppatori, eppure il sottoscritto vuole essere il primo a pronunciare una frase molto forte: mi sono ricreduto.

Per essere analizzato, Outriders ha necessitato di tempistiche e metodologie diverse: una volta superati i titoli di coda si apre una porzione di gioco fondamentale per il futuro supporto post-lancio del titolo. Come un live service, eppure gli autori hanno ribadito più volte che la loro creatura sia estranea da questo concetto. Sarà interessante dunque scoprire come la conquista di Enoch  si evolverà nei mesi a venire. Noi di Push Button, grazie ad un codice review gentilmente fornitoci dal publisher, abbiamo giocato il titolo su PlayStation 5, assaporando soprattutto le capacità della nuova next-gen. Addentriamoci nel pianeta alieno in questa nostra nuova recensione.

Outriders

Outriders recensione: Enoch, la nuova casa dell’umanità!

Outriders mette in campo una storia tipicamente fantascientifica, che vede la razza umana fuggire dalla Terra ormai caduta in distruzione per mano dell’uomo. Avrà inizio un viaggio guidato dalla speranza, che porterà l’ultimo baluardo della nostra specie sul pianeta alieno di Enoch. Da qui si progetterà un nuovo inizio, la cui partenza purtroppo avrà dei risvolti alquanto negativi. Infatti, il prologo ci introdurrà subito alla storia che il titolo confezionato da People Can Fly vuole raccontarci, presentandoci soprattutto gli Outrider, ossia coloro che guideranno l’avanguardia dell’umanità alla scoperta della nuova casa degli umani. Durante l’esplorazione, la pattuglia che si addentrerà all’interno di una foresta verrà colpita da un fenomeno atmosferico mortale, e il nostro protagonista – creato tramite un modesto editor – assieme ai suoi compagni, verrà colpito da questa insolita tempesta, la quale lo ferirà gravemente con una mutazione. Ibernato in una capsula per ricevere delle cure immediate e avere salva la vita, egli si risveglierà soltanto trent’anni dopo, ritrovandosi a vivere una situazione completamente opposta a quella di partenza. Troverà infatti gli ultimi umani sopravvissuti combattersi a vicenda per il dominio di Enoch, mentre essi vivono di stento negli insediamenti costruiti con tanta fatica. In tutto ciò, il nostro protagonista, nonché ultimo Outrider rimasto, si è trasformato in quella che viene definita una mutazione, un essere dotato di poteri sovrannaturali ottenuti a seguito di un contatto con una tempesta, un fenomeno atmosferico dai connotati catastrofici. L’obiettivo che guiderà la narrazione del titolo sarà la ricerca di un segnale fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo, l’unico strumento che potrà fare atterrare i tanto agognati pod di rifornimento rimasti bloccati nella nave – la quale ha condotto i sopravvissuti su Enoch – utili per rifondare la civiltà umana.

Con questi presupposti, abbiamo giocato completamente in solitaria la campagna principale del looter shooter, percorrendo tutta Enoch focalizzandoci sulle missioni della storia e ripulendo alcune delle attività secondarie proposte. La storia di Outriders pone delle basi interessanti, le quali potranno svilupparsi in futuro con eventuali aggiornamenti e contenuti aggiuntivi, tuttavia, non è esente da alti e bassi che si protraggono lungo il cammino. Ci siamo ritrovati, spesso e volentieri, situazioni rimaste in sospeso, storie o segmenti mai più ripresi nemmeno oltre i titoli di coda, senza considerare alcuni personaggi secondari che faranno una seconda apparizione in diverse side-quest decisamente conclusive. Ciò che fa la storia è prendere degli elementi, raccontarne una bozza e lasciarli in disparte dandoci un senso di incompiutezza narrativa, un potenziale decisamente sprecato per un prodotto che sembrava avere delle ottime premesse in partenza. Anche gli eventi principali non riescono a convincerci del tutto: in alcuni casi abbiamo a che fare con dei veri e propri cliché narrativi, nonostante vi siano anche dei risvolti alquanto interessanti, ma nel contesto, il titolo fatica a trascinarci nei meandri del suo contesto, colpa anche di una caratterizzazione dei personaggi secondari leggermente effimera. Al contrario, invece, quella del protagonista ci ha inaspettatamente colpito: oltre ad avere un ruolo alquanto attivo nelle conversazioni, ci ritroviamo a conti fatti con un personaggio che trasuda spina dorsale da tutti i pori, il quale riesce a prendere in mano anche le situazioni più drastiche riuscendo a condurre i suoi compagni all’obiettivo con una buona leadership. La campagna principale di Outriders, dunque è una componente non proprio perfetta dell’esperienza nata nelle fucine di People  Can Fly, non delude ma nemmeno stupisce, poiché la vera ciliegina sulla torta del titolo è il gameplay.

Outriders

Un looter shooter sensazionale!

Dopo svariate produzioni, People Can Fly sembra aver perfezionato la sua formula shooter proprio con Outriders. Infatti, il nuovo looter shooter di casa Square Enix ha un gunplay privo di significative sbavature, ed essendo uno sparatutto in terza persona la cosa ha giovato non poco al sottoscritto. Infatti, all’atto pratico l’arma è leggera, priva di un eccessivo rinculo che rischia di sporcare la linea di tiro. In questo aspetto, il titolo risulta infallibile, merito dell’esperienza che il team di sviluppo ha forgiato negli anni con produzioni come Bulletstorm e Gears of War: Judgment. Come se non bastasse, il level design sfrutta a pieno la componente third person shooter del gioco, fornendo soprattutto un gran quantitativo di coperture durante gli scontri a fuoco, permettendo così al giocatore di imbastire una propria tattica nei momenti più delicati. Outriders premia infatti un approccio più tattico, soprattutto quando la difficoltà si farà più ardua. A dare un apporto significativo allo shooting ci sono le abilità dell’anomalia, le quali verranno decise a seconda della classe scelta tra tecnomante, piromante, mistificatore e devastatore. Durante la nostra partita, abbiamo scelto la classe del piromante, e di conseguenza abbiamo avuto accesso a diverse abilità di tipo fuoco.  Grazie ad essa, nel corso della campagna principale, sfruttavamo abilità come proiettili incendiari, bombe termiche o addirittura laser infuocati, scatenavamo eruzioni vulcaniche dal terreno o assorbivamo i punti vitali dei nemici; con questo approccio, le abilità dell’Outrider entravano in sintonia con lo scontro a fuoco, rappresentando soprattutto un ancora di salvezza che ci tiravano fuori dalle trappole dei nemici. I poteri dell’Anomalia, o meglio ancora della Mutazione – il gergo che verrà utilizzato per definire coloro che sono stati colpiti dall’Anomalia ed hanno ottenuto dei poteri da essa –, delineano un sottile strato ruolistico nel titolo, dando al giocatore la possibilità di plasmare la propria build attraverso i punti abilità spesi per la classe e il miglioramento del suo equipaggiamento. L’albero delle abilità lascia ampia libertà all’utente di scegliere il percorso preferito tra le tre sottoclassi disponibili, potenziando il personaggio in aspetti principali tra resistenze, punti vitali e danni – sia dell’arma che dell’anomalia –, i cui nodi di tale albero si intervallano con dei bonus speciali che vanno ad interessare degli effetti passivi. Tutto ciò, successivamente, si riflette sull’equipaggiamento, che vede tre slot per le armi e quattro dedicati all’armatura. Dunque l’Outrider sarà ben equipaggiato ed ogni pezzo inserito migliorerà – o peggiorerà, in alcuni casi – la build costruita, influenzando i parametri visibili sullo schermo. Inoltre, ogni pezzo dell’equipaggiamento avrà in dotazione fino a due mod (questo dipenderà dalla rarità del singolo pezzo), degli oggetti che potenziano le nostre abilità o ne inseriscono delle nuove, riuscendo così a creare una classe ibrida che può combinare due o più elementi. Il sistema dell’equipaggiamento in Outriders punta soprattutto a combinare quanti più effetti attivi o passivi possibili, strutturando le mod su più gradi: si arriva fino al terzo, dove troveremo delle migliorie davvero efficaci.

Con un gunplay pressoché ottimo e un sistema di equipaggiamento capace di fornire tantissime possibilità di personalizzazione della propria build, Outriders riesce a confezionare un sistema di combattimento decisamente articolato, il quale regala un’esperienza di gioco tutto sommato soddisfacente. Ma ciò che trasforma una soddisfazione in un’autentica assuefazione è il sistema di loot. Nel nuovo prodotto di People Can Fly, un’azione basilare come raccogliere i drop dei nemici viene influenzata da diversi fattori che permettono al titolo di contraddistinguersi dalla concorrenza. Si parte con il livello del Mondo, il quale detterà la difficoltà di gioco intervenendo sui nemici stessi rendendoli sempre più forti, tuttavia per bilanciare una sfida artificiosa, sarà permesso di equipaggiarsi con pezzi di livello ancor più alto ed ottenere drop sempre migliori. Infatti, con l’avanzare del livello del Mondo – fino al quindici che rappresenta il level cap –, percentuali di drop, livello dei nemici, punti esperienza acquisiti e soprattutto, livello di oggetti equipaggiabili, aumenterà mano a mano, permettendo al giocatore di poter affrontare avversari tecnicamente fuori portata. Tale meccanica, oltre a ricompensarvi ad ogni level up, rappresenta quella che definiamo una difficoltà scalabile, poiché l’utente potrà decidere a quale livello impostare tale difficoltà. Tuttavia, abbassando il livello del Mondo, non solo il gioco diventerà automaticamente più semplice, ma gli equipaggiamenti in nostro possesso verranno riadattati secondo i limiti imposti. Ciò che apprezziamo di Outriders è come viene gestito l’equipaggiamento in questo meccanismo: se in altri looter shooter recenti come Borderlands 3, The Division 2 o addirittura Destiny 2, ogni oggetto diventava obsoleto non appena si effettuava un level up, il titolo di People Can Fly fornisce un sistema atto a potenziare gli equipaggiamenti in vari aspetti, dal livello, alla rarità fino alle caratteristiche. Dunque, un pezzo di equipaggiamento di livello 1 può essere utilizzato anche nelle fasi avanzate del gioco, a patto che si consumino le risorse necessarie per potenziare a sufficienza il pezzo desiderato. Il titolo offre inoltre la possibilità di personalizzare ogni equipaggiamento intervenendo sulle mod in utilizzo: qualora si vogliano conservare le statistiche di un oggetto, il giocatore può sostituire la mod installata con un’altra di proprio gradimento, dando così una direzione alla build in costruzione. Pertanto, ci teniamo a ribadire quanto il nuovo shooter di Square Enix ponga grandissima attenzione sulla personalizzazione di ogni singola arma ed armatura, riuscendo ad offrire una libertà che altri concorrenti, con tutti i buoni intenti, non sono riusciti ad offrire ai propri utenti.

Outriders

Le possibilità e i pericoli di Enoch

Durante la campagna promozionale di Outriders, gli sviluppatori hanno posto grande attenzione su Enoch, nonché teatro della storia principale. Il mondo di gioco viene diviso in macro-aree raggiungibili tramite blindato, principale mezzo di spostamento per il viaggio rapido tra un’area all’altra. Al contrario di quanto molti utenti potevano aspettarsi, il titolo non ha un mondo aperto e sempre interconnesso, ed alcuni dei luoghi segnati sulla mappa saranno raggiungibili solo attraverso missioni ed attività secondarie. La minimappa posta in alto a sinistra dell’interfaccia è un vero e proprio radar, il quale segnerà solamente gli elementi utili con un’icona dedicata: ciò simula l’ignoto che vi si cela in Enoch, dato che ci troveremo in piena fase di colonizzazione del pianeta, pertanto non avremo sempre una mappa dettagliata a portata di mano e il senso d’orientamento sarà fondamentale per l’esplorazione. Tuttavia, il radar risulta talvolta impreciso, conducendoci nella direzione sbagliata rispetto a quella indicata dalla missione. Oltre alla main quest, nel titolo troviamo missioni secondarie, taglie e cacce, ognuna delle quali potranno essere ripetute ogni volta che lo desideriamo. Sebbene non vi sia molto da aggiungere sulle side-quest, taglie e cacce invece ci porteranno a confrontare con dei bersagli d’élite che premieranno i giocatori con ricche ricompense. Le attività secondarie sono un espediente per ricercare drop migliori, oltre a comporre una buona parte del post-game utile per salire di livello – sia del personaggio che del Mondo –, ma soprattutto sono una lunga preparazione alle Spedizioni, le attività che delineeranno l’endgame e molto probabilmente il futuro supporto post-lancio. Una volta concluso il gioco, si avrà infatti accesso a queste missioni speciali affrontabili sia in solitaria che in cooperativa fino a tre giocatori – come accade normalmente nel resto dell’avventura fantascientifica –, e i giocatori dovranno farsi largo tra numerose orde di nemici verso il pod di rifornimento, che viene preceduto da un’eventuale boss fight. Le ricompense rilasciate dall’agognato pod verranno calcolate in base al tempo impiegato per concludere la missione: minore sarà il tempo, maggiori saranno le ricompense. Le spedizioni vengono inoltre influenzate dal livello del Mondo dell’host e dal grado raggiunto in esse: troviamo anche qui una progressione espressa in gradi, i quali a loro volta aumenteranno la difficoltà di tali missioni fino a rendere necessaria la collaborazione tra più giocatori. Le Spedizioni sono l’attività principale dell’endgame e, fortunatamente, al lancio ve ne sono abbastanza da tenerci occupati fino alla pubblicazione dei prossimi contenuti.

Il pianeta alieno di Enoch si mostra alquanto variegato, merito delle numerose mappe che risaltano diverse tipologie di biomi urbani e naturali. Se c’è un elemento calzante del pianeta quello è proprio l’ambientazione che, seppur povera di interazioni, riesce ad offrire un colpo d’occhio gradevole anche durante i combattimenti. Non mancano inoltre dei veri e propri hub, localizzati perlopiù in alcuni insediamenti. Qui il giocatore ha la possibilità di interagire con alcuni personaggi non giocanti per ritirare le ricompense delle side-quest o acquistare equipaggiamenti dagli appositi mercanti, i quali avranno armi e pezzi d’armatura in vendita di ogni tipo per un tempo limitato. Se abbiamo finora parlato delle possibilità e dei contenuti offerti da Enoch, ci sembra quasi impossibile non dedicare uno spazio anche alle insidie che vi si nascondono al suo interno. Durante l’avventura colma di speranza, nei panni del nostro outrider ci siamo scontrati con diverse fazioni di umani, alieni selvaggi e razze di mostri, sia di piccola, media e grande taglia. Il bestiario di Outriders propone una buona varietà di nemici, i quali incontrano le loro variazioni, classi e addirittura evoluzioni. Oltre ai semplici nemici, che si suddividono a loro volta in quattro classi (fuciliere, berserker, assaltatore, cecchino), troviamo anche delle unità d’élite avvantaggiati dai poteri dell’anomalia, i quali saranno i più duri da abbattere. Stessa cosa anche per i mostri, il cui bestiario però si avvale di vari reskin degli stessi modelli proposti, tuttavia le tipologie di mostro che abbiamo incontrato bastano ed avanzano per confermare che il gioco non pecchi di varietà, in quanto ogni avversario si comporterà in maniera diversa rispetto agli altri. Le unità d’élite inizieranno a maturare delle resistenze temporanee ai nostri poteri dell’anomalia, pertanto, affrontarle richiederà un approccio diverso rispetto ad altri nemici. Troviamo infine anche alcune boss fight durante la main quest, decisamente più complesse e strutturate in fasi, i cui pattern possono evolversi mano a mano che l’avversario subirà danni. Durante la nostra avventura, Enoch ha sempre messo davanti ai nostri occhi quell’alone di mistero tipico dei racconti basati sull’esodo dell’umanità verso una nuova casa, dove l’ignoto è la principale nemesi dell’essere umano; ogni passo in avanti effettuato nell’avventura è un tassello utile per la sopravvivenza dell’uomo su un pianeta così tanto ostile.

Qualcuno ha staccato la spina ad Outriders?

In attesa del prossimo aggiornamento che migliorerà la stabilità dei server, il lancio di Outriders è stato afflitto da diversi problemi legati alla connettività e al matchmaking tra console e PC. Trattandosi di un’esperienza fondata sull’always online, le diverse interruzioni di gioco dovute a tali problematiche purtroppo hanno intaccato in parte la fluidità con la quale abbiamo progredito nell’avventura. Oltre alle frequenti disconnessioni, abbiamo provato anche il matchmaking in cross-play, ritrovandoci spesso e volentieri in sessioni piuttosto instabili, soprattutto per quanto riguarda le Spedizioni. Soprattutto su PlayStation 5, abbiamo avuto a che fare con diversi crash dell’applicazione in alcuni punti del gioco. Un esempio riguarda una delle taglie che abbiamo portato a termine: se avanzavamo troppo nell’area della missione, il titolo puntualmente crashava chiudendosi automaticamente. Pertanto, confidiamo che le prossime patch riescano a rendere l’esperienza di gioco meno frustrante, le cui ultime pubblicate hanno già risolto parte dei problemi finora elencati. Non possiamo però negare che da un punto di vista tecnico l’opera presenti i benefici della next-gen, tra un frame rate posto sui sessanta fotogrammi al secondo granitici, i quali garantiscono una ferrea fluidità del gameplay, e caricamenti rapidi che annullano l’attesa tra una transizione all’altra. Inoltre, il comparto dedito all’illuminazione non sfrutta però le potenzialità del raytracing, seppur gli scorci dati dai fasci di luce che penetrano le ambientazioni riescono a dare una piacevole suggestività. Outriders ha un bel colpo d’occhio grafico, con modelli rifiniti e texture alquanto curate, seppur alcuni elementi necessitavano di una maggiore smussatura. Maggiore attenzione è stata riposta nei modelli delle armi e pezzi d’armatura leggendari, avallati da un’estetica unica quanto dettagliata. Le armi che abbiamo imbracciato si sono infatti distinte soprattutto esteticamente, abbellendo in questo modo il retaggio artistico fantascientifico del titolo. Outriders vanta pure di un buon comparto sonoro, riuscendo a riprodurre sufficientemente i suoni ambientali, i ruggiti dei mostri o l’ostilità dei nemici non appena apriremo il fuoco, mentre la fiammata dei vari fucili e pistole non si espongono particolarmente. La soundtrack risulta invece alquanto anonima, non spiccando particolarmente né durante il gameplay né tanto meno nei filmati. Ciononostante, abbiamo a che fare con un doppiaggio in italiano tutto sommato di buon livello; nessuna delle voci che hanno dato vita ai vari personaggi stona con il ruolo affidatogli, rendendo dunque piacevole anche l’ascolto dei dialoghi.

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CONCLUSIONI

Outriders in realtà è stata una gradevole sorpresa, nonostante i problemi legati alla connettività dei server e al matchmaking. Questo perché, grazie ad un gameplay ben costruito, stratificato e complesso alle radici, la nuova creatura nata dal matrimonio tra Square Enix e People Can Fly è riuscita a stupirci. Seppur la trama non sia una delle più affascinanti in circolazione, ludicamente parlando il titolo è stato ben confezionato, ed offre tantissime opzioni di personalizzazione da crearne l’imbarazzo della scelta. Il sistema di loot ci ricorda vagamente quello di Borderlands 3, riuscendo tuttavia a creare un meccanismo che consente di conservare ogni pezzo raccolto e di sfruttarlo al massimo. Sebbene possiamo capire le perplessità che aleggiano sul titolo, le cui premesse non hanno convinto tutti i giocatori, consigliamo perlomeno di dargli una chance soprattutto beneficiando della disponibilità sul Game Pass di Xbox, e di lasciarvi catturare dal magnetismo misterioso di Enoch.


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Matteo Murri

Appassionato di videogiochi, manga e anime, si interessa principalmente al panorama videoludico orientale, appassionandosi agli JRPG e non solo. Si destreggia in qualsiasi genere videoludico, osservando con interesse anche i titoli indipendenti, con l'obiettivo di entrare in contatto con tutte le sfumature possibili del videogioco.