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Informazione videoludica: ieri e oggi, cos’è cambiato?

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Ciao a tutti, compari. Bentornati tra le mie grinfie.

Siccome è un po’ che non vi scrivo (sì, perché io scrivo a voi e per voi) vi volevo informare che la notizia del vincitore del GOTY 2020 è arrivata persino in Australia.

Erano le 11:00 del mattino qui a Sydney quando mi sono collegato via striiiming ad una delle migliaia di piattaforme social ormai disponibili. Non mi sono perso praticamente nulla; Facebook, YouTube, Instagram, Twitch, YouPor… ah, questo no? Ho avuto solo l’imbarazzo della scelta. Ad ogni modo, ora i The Game Awards sono finiti, ed ecco una breve lista della cose che ho capito di questo evento:

  1. WORLD PREMIERE fa tanta scena e basta;
  2. le scarpe di Geoff penso siano illegali;
  3. il Covid sta lanciando la moda del “tutto in remoto”;
  4. se vinci il GOTY sei un gallo;
  5. l’informazione è cambiata parecchio.

Ecco, quest’ultimo sarà lo spunto per questo mio articolo che, con un sussulto, ci farà ballare, ma poi, di punto e in bianco, ci scapperà l’insulto (questa frase, apparentemente senza senso, va letta come se fosse il testo di una canzone per essere capita e apprezzata).

Boiate a parte, oggi vi voglio dire la mia umilissima opinione su come sia cambiata l’informazione videoludica, facendo un confronto tra due epoche. Il tempo delle riviste cartacee versus quello dell’informazione digitale. Le demo inserite su disco contro quelle scaricabili. I social network contro il passaparola (non il vecchio programma di Gerry Scotti).

Insomma, nel giro di una ventina di anni non sono solo i videogame ad avere fatto passi da gigante, ma anche il modo in cui ne parliamo si è evoluto.

Per i più giovincelli, vorrei spendere due paroline sul come funzionava prima in qualche semplice passaggio.

Internet era alle primissime armi, quindi se volevi informarti dovevi comprare le riviste. A me ne piaceva una in particolare perché aveva le copertine disegnate in stile cartoon/anime. Si chiamava PSM.

informazione videoludica
indimenticabile numero #1 di PSM

PSM mi piaceva cosi tanto che arrivai al punto di collezionarne il più possibile. Usciva una volta al mese e per sentirmi in pace con me stesso leggevo dalla prima all’ultima pagina. Persino i crediti e ringraziamenti speciali (ora invece faccio fatica a leggere il contenuto di una news…).

Era suddivisa in categorie: anteprimerecensionispecialinews e c’era persino la sezione trucchi e per passare da una all’altra dovevi sfogliarle con le dita (ma pensa un po’ te, una cosa di cui forse non siamo nemmeno più abituati – NdR Isma92).

Io la compravo di solito appena usciva, la leggevo in uno-due giorni e poi per i restanti ventotto mi attaccavo all’autobus (per non essere volgare). Questa è la prima grande, grandissima differenza tra l’informazione di ieri e quella di oggi: la quantità.

Oggi si viene costantemente bombardati da news, post su Facebook, video e chi più ne ha più ne metta, che non lasciano fisicamente nemmeno il tempo di poter assimilare quello che si è letto o visto che già ci viene proposto qualcosa di nuovo. Non a caso, non si ha più neanche il tempo/voglia di leggere per intero recensioni o articoli (come questo) e il più delle volte ci si limita ad adocchiare il titolo di una news senza poi leggerne il contenuto.

Se i miei calcoli sono corretti, infatti, in questo preciso punto dell’articolo potrei scrivere “scemo chi legge” e passarla liscia.

Il vecchio modo, forse, sarò anche di parte vista l’età, ma mi piaceva assai di più. L’attesa per l’uscita di un nuovo PSM era emozionante, cresceva la voglia di placare quella sete di conoscenza che aveva avuto ben ventotto giorni di tempo per farmi sentire completamente disidratato. Il non sapere era il segreto di quei tempi. All’epoca bastava sapere anche solamente un dettaglio in più degli amici, aver visto un’immagine nuova del Metal Gear Solid di turno, aver letto per primo i codici dei trucchi di GTA per sentirsi un supereroe.

Ora è fin troppo tutto davanti a nostri occhi: Facebook ormai è una piattaforma non più focalizzata sul socializzare, ma sull’informarsi,  tanto che i siti ormai non possono farne a meno e per molti la maggior parte delle visualizzazioni passa proprio attraverso il famoso libro delle facce.

Un altra cosa che ricordo con chiarezza era il disco delle demo inserito nella rivista. Quello faceva gola a tutti e non tutte le riviste lo avevano. Il disco di solito conteneva una decina di titoli in prova e spesso veniva letteralmente consumato talmente che lo si utilizzava. Ora, invece, c’è lo store online; le demo sono praticamente un’esclusiva del digitale e sono alla portata un po’ di tutti. Ovviamente, il vantaggio è quello di non dovere alzare il culone dal divano, ma ancora una volta si perde un po’ in “emozione”. Le demo non venivano infatti annunciate; ti presentavi dal giornalaio di fiducia e pregavi.

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Un esempio di disco demo, questo però non della versione italiana di PSM.

Un’altra grandissima differenza è che all’epoca informare non era una roba per tutti, anzi… erano in pochi eletti e fortunati a poterlo fare. Ricordo ancora il giorno in cui scrissi una lettera (sì, con la penna e su un foglio di carta) e la spedii alla redazione di PSM con la speranza di farmi assumere. Ci voleva impegno, dovevi andare in posta, comprare il francobollo, allegare tutti i dati e spedire. Ora basta un messaggio via e-mail o sullo Facebook Messenger, tipo “ho saputo che cercate, sono disponibile”. Nell’epoca dell’informazione digitale praticamente chiunque può scrivere e divulgare notizie e da che mondo e mondo si sa che quantità e qualità non vanno mai d’accordo. Questo penso sia il più grande dei cambiamenti, il più importante anche da un certo punto di vista: a mio parere, con l’aumentare della quantità si è inevitabilmente persa la qualità.

L’informazione di oggi deve in qualche modo essere sintetica, rapida, clamorosa, enfatizzata e talvolta falsa per poter attirare su di sé l’attenzione del lettore. Lettore che ormai ha i minuti – anzi i secondi – contati, perché deve finire Demon’s Souls, il remake prima che esca Cyberpunk 2077; deve recuperare Red Dead Redemption 2, giocarlo online con gli amici, ma poi esce il nuovo Yakuza e quindi deve correre a scaricarlo e nel mentre che sfoglia lo store scopre la versione lite di Pro Evolution Soccer e l’ultimo update di Fortnite. Insomma, un bel casino.

Ovviamente, l’informazione di oggi porta con sé anche qualche vantaggio: il 99% dei contenuti è gratuito, disponibile immediatamente e accessibile ovunque. Si ha inoltre una varietà di scelta enorme: videorecensionivideo-tutorial, video anteprimeforum onlinegruppi su FacebookTwitchDiscord… insomma, potrei stare qui ore ad elencare tutte le opzioni. Inoltre, permette agli utenti di interagire tra di loro ed esprimere in tempo reale opinioni e stati d’animo.

Nonostante sia un fan dei vecchi tempi, non posso certo sputare nel piatto in cui mangio in quanto anche io sono uno di quelli del “ho saputo che cercate, sono disponibile” e senza il cambiamento a quest’ora non avrei certo la possibilità di scrivere questo articolo. Senza contare che se siete arrivati a leggere fino a qui sarebbe già un successone (“scemo chi legge” a parte), in quanto la vostra giornata sarà sicuramente stata già bombardata di altri articoli, news, e chi più ne ha più ne metta. Non mi resta infatti che provare a fare il simpatico per convincervi a leggere una parola in più e arrivare alla fine del racconto dove con grande orgoglio e passione vi dico: “scemo chi ha letto”.

Scherzi a parte, ragazzi, grazie di cuore e viva l’informazione, qualunque essa sia che in un modo o nell’altro ci unisca e riempia le giornate.

Alla prossima.

… Azz, come dite? L’Inter e’ fuori dall’Europa? tranquilli, lo sapevo già… di questo ne parleremo (forse) la prossima volta.

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