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Chicken Police: Paint It Red – Recensione: what the cluck?!

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La prima volta che sono entrato in contatto con Chicken Police: Paint It Red, durante l’Indie Arena Booth 2020, ho subito intuito che sarebbe stata una delle esperienze più particolari di quest’anno. Dopo averlo giocato e finito su PC posso dire di non essermi del tutto sbagliato.

L’opera di debutto di Wild Gentlemen, un piccolo studio con base a Budapest composto da 10 membri che hanno lavorato su titoli come The Witcher 3, la serie Crysis e Ryse: Son of Rome, è un’avventura noir che prende ispirazione da film classici del genere come “Il Grande Sonno”, “Gilda” e “La fiamma del Peccato”.

Chicken Police è un prodotto molto interessante non solo per la trama, sorretta dalle informazioni che otterremo lungo il nostro percorso e che andranno a definirne la lore approfondendo aspetti quali politica, geografia e religione, ma anche per la sua ricercatezza estetica: il taglio cinematografico, l’ottimo uso del bianco e nero e la colonna sonora composta da brani jazz sapranno catturarvi sin dal menu di gioco.

In questo giallo a tinte nere, ambientato tra gli anni ’40 e ’50, vestiremo i panni di Santino “Sonny” Featherland, un pollo detective del dipartimento di polizia di Clawville sollevato dall’incarico e membro del famoso duo “Chicken Police”, ormai dimenticato da tutti. Esausto e alcolizzato, trascorre le sue giornate nella stanza di un hotel abbandonato a rimuginare, tra una sigaretta e un whiskey, sui successi e gli errori del passato, in attesa di andare in pensione.

A rompere bruscamente questa routine ci penserà però una timida e sensuale impala di nome Deborah Ibanez che, intrufolatasi la notte di capodanno nella nostra stanza d’hotel, ci consegnerà una richiesta d’aiuto da parte della sua signora, la gatta più misteriosa, affascinante e desiderata di tutta la città: Natasha Catzenko.

Vi starete chiedendo: “un pollo, un’impala e un gatto?!”. Ebbene sì, la peculiarità di questo titolo è che i personaggi con cui avremo a che fare all’interno del gioco, tutti ottimamente doppiati e ben caratterizzati, sono umani con la testa d’animale; come delle divinità egizie. Inizialmente la cosa potrà sembrarvi strana, ma ci farete subito l’abitudine grazie ai toni humor e all’ambientazione molto credibile.

Spaziando tra le meccaniche di una visual novel e di un punta e clicca, per la maggior parte del tempo ci troveremo ad andare in giro per la città in cerca di persone con cui parlare e di indizi da scovare per proseguire nella storia, suddivisa in 4 capitoli. Alle fasi di dialogo, che compongono buona parte della produzione, si alterneranno piccoli enigmi da risolvere e alcune fasi interrogatorie in cui, in base al profilo psicologico del sospettato, dovremo scegliere la domanda corretta da porre tra quelle mano a mano proposte per proseguire nell’indagine.

Ed è proprio qui che sorge il grosso problema della produzione: le nostre scelte non influenzeranno per nulla lo sviluppo della vicenda. Potrete superare queste fasi con qualsiasi percentuale di domande corrette, riuscirete comunque ad andare avanti nella trama.

D’altro canto, ottenere il 100% non sarà un’impresa semplice, in quanto non sempre le domande poste porteranno al risultato sperato. Al momento non c’è modo di interrompere o ricominciare le fasi interrogatorie: se puntate alla correttezza assoluta, al primo sbaglio vi ritroverete a riavviare bruscamente il tutto.

In conclusione, Chicken Police è un valido prodotto, molto curato graficamente e nel doppiaggio, con un’ottima trama noir, adatto a chi non è alla ricerca di un grado di sfida elevato e vuole rilassarsi quelle 6~7 ore che ci vogliono per portarlo a termine. Attualmente il titolo, uscito il 5 novembre su Steam, PlayStation 4, Xbox One e Switch, non è disponibile in italiano, ma solo doppiato in inglese e sottotitolato in inglese, francese, tedesco e ungherese.

Per la realizzazione di questa recensione ci è stata fornita una chiave Steam da HandyGames.

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VOTO: 8

CONCLUSIONI

Chicken Police: Paint It Red è un titolo originale con una trama interessante, personaggi ben caratterizzati, un’estetica ricercata e un evidente impegno produttivo che va assolutamente premiato. Nonostante la poca incisività delle nostre decisioni sullo sviluppo della storia, è comunque un ottimo gioco, adatto soprattutto a chi cerca un’esperienza videoludica rilassante e non molto lunga. La mancata presenza dell’italiano potrà essere un problema per alcuni, ma il livello di inglese richiesto non è alto.


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Marco Riccio

Campano, classe '91, svezzato con SEGA e cresciuto con PlayStation. Adesso gioca principalmente su PC. Appassionato di puzzle e racing, predilige esperienze videoludiche uniche e particolari. Non sa bene come e perché sia finito qui, ma gli altri non sospettano ancora di nulla.